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Arriva improvviso.
O meglio puntuale (perché alle feste ci tiene), ma non sai mai bene quando. Il momento della giornata sì, la notte, ma la data precisa no, quella no.
Anzi, per poco arrivate a credere che quest'anno non si farà vedere e vi lascerà godere il Santo Natale. E invece non si smentisce mai.
Annunciato solo da un'ultima espirazione che in un attimo si fa arrancata fino a spegnersi.
Addio placido riposo, arrivederci sogni melliflui, benvenuto dormiveglia agitato.
È il naso tappato.
Non valgono i suffumigi della nonna a esorcizzarlo, tantomeno unguenti miracolosi né inalatori magici.
Dal momento dell'occlusione comincia una settimana di notti convulse ed esami di coscienza appollaiati a bordo narice a riempire il tempo che vi separa dalla sveglia ufficiale.
Voi, il naso otturato e il soffitto in cui specchiare i bilanci esistenziali sempre rimandati e le critiche accuratamente ignorate.
Se fosse una fiaba di Collodi, sarebbe il muco parlante che costringe ai conti con se stessi.
A me è successo stanotte, a voi succederà a breve.
Buone Feste.
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