Casaleggio loda Grillo: "E' come Gesù"
E Gesù, ridisceso sulla Terra sotto mentite spoglie per dare una seconda chance all’umanità, decise anzitutto, data la congiuntura economica avversa, di venire alla luce in uno sperduto carruggio di Genova (più economica rispetto a una Betlemme ormai meta privilegiata di fanatici e altri prelati). Apparentemente mansueto e ubbidiente fino all’età dei trenta, maturò un carattere più vispo e provocatorio nell’arco di una sola stagione estiva trascorsa nelle vesti di animatore sulle spiagge della riviera di Levante. Direttosi a quel punto ad annunciare il proprio ilare verbo anche a Ovest, incontrò sulla sua strada San Remo e ne scaturì un’inaspettata ribalta nazionale, al punto che il Nostro declassò gli Israeliti quale popolo eletto e al loro posto, dopo un’effimera sbandata per lo yogurt Yomo, collocò l’italica genia, che più di ogni altra abbisognava di protezione e consiglio in un’epoca di ladroni con la rosa in pugno e farisei scudocrociati al potere. Ebbe inizio allora un’intensa fase di predicazione che lo vide prima protagonista dei principali palchi televisivi e poi, stancatosi del mezzo, delle più affollate piazze e arene del Paese (celebre l’adunata bolognese in occasione del Vangelo-Day). Ciò gli permise di compiere il primo dei suoi miracoli: la lievitazione del conto in banca, delle ville al mare e delle barche in porto. Tuttavia l’intensa attività di catechesi non fu sufficiente a risvegliare lo Stivale dal prolungato torpore, come dimostrato dal recidivo nonché autolesionistico ricascare nelle fallaci promesse di Silvio Pilato. Si impose l’esigenza di una nuova modalità comunicativa che amplificasse l’eco già di per sé ammaliatrice di rivoluzionari messaggi catartici e palingenetici. Il web era lo strumento e Zoroastro Casaleggio il suo guru. Cominciò così una fase di gioiose epifanie (la fondazione di un Movimento legato alle stelle di Hokuto, ecumenica dimostrazione di un riuscito sincretismo religioso tra Oriente e Occidente), rigorose iniziazioni via etere (le “parlamentarie”) tramite il salomonico click di un semplice mouse, rancorose epurazioni frutto di tradimenti sbugiardati alla luce di ancestrali tentazioni sessuali (“La tv è il vostro punto G”), sconvolgenti rivelazioni (“Siete tutti già morti”), ficcanti metafore immancabilmente travisate dai nemici della Verità (“La mafia non uccide”, “Quel verme ebreo di Gad Lerner”), accuse incondizionate (il “porgi l’altra guancia” della prima venuta venne sostituito in questa seconda occasione dalla pratica del dileggio insistito e dell’insulto gratuito spesso declinanti nell’infantile storpiatura dei nomi altrui), pubbliche manifestazioni di onnipotenza sublimate dalla traversata a nuoto dello Stretto di Messina (il fisico ormai appesantito non consentiva più la sbalorditiva passeggiata di un tempo), profezie apocalittiche (“Dopo le elezioni del 25 febbraio nulla sarà come prima”). Tutto ciò nel più completo isolamento del Messia e di pochi fidati internauti, relegati tra le pagine virtuali di un blog, ipocrita concessione di un tentacolare quanto retrivo apparato intimamente infido e visceralmente diffidente nei confronti di qualsivoglia voce contestataria. Ma Beppe (questo il nome terreno adottato dal Nostro), dopo aver generosamente constatato che i suoi nemici non sanno tuttora quello che fanno, ha saputo perdonare. Almeno per ora...
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