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martedì 17 febbraio 2015

Di paliNsesto

Mi ritengo una persona abbastanza tollerante.
Quello che mi infastidisce (e ce ne sono di cose che mi infastidiscono) ho imparato a sopportarlo con gli anni e a considerarlo comunque una parte del tutto, di cui anch'io sono solo un infinitesimale spicchio.
Ma inseguirei con l'ascia i responsabili dei palinsesti televisivi notturni quando indicano un orario e mandano immancabilmente in onda il film tre quarti d'oro dopo.
Hai voglia a stare largo coi margini della registrazione, loro lo sanno e fanno in modo che il film finisca anche solo una battuta dopo l'attimo preciso in cui il videoregistratore ha smesso di funzionare.
Si tratta solitamente della battuta decisiva, quella che svela dettagli, dà un senso alla trama e vi manda a letto rimuginosi ma pacificati su quanto appena visto.
E invece no: fotogrammi persi nei meandri della notte, voi che v'innervosite perché è come leggere un romanzo e trovare l'ultima pagina strappata, il sonno rovinato dai mille finali alternativi che vi girano per la testa.
Ad esempio da ieri sera mi tormento su cosa stesse per dire Rocco Siffredi.

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