Vista la sospensione del corso pre-parto (la psicologa sta andando dalla psicologa), ieri sera ne abbiamo approfittato per una capatina all'ospedale che dovrebbe far da sfondo alle nostre doglie (e sottolineo nostre).
Un incontro propedeutico allo scopo di rasserenare i futuri genitori facendo conoscere loro spazi e tempi di fine-gravidanza.
"Ben venga, - bofonchiavo alla guida in direzione Bergamo - non sia mai che riesca a vincere la mia storica avversione verso i luoghi di cura".
("Hai detto qualcosa?"
"No amore, stavo ripetendo come un mantra: utero dilatato senza paura!").
In passato mi è capitato più volte di svenire al solo sentir parlare di aghi, corsie e padelle.
È successo che parenti convalescenti dovessero alzarsi dal letto con le poche energie in corpo per cedermi il posto prima che la bassa pressione mi trascinasse a terra.
Anni fa, nelle vesti di postino stagionale, consegnai una raccomandata all'ospedale di Treviglio nelle mani della portinaia, la quale pensò bene di firmare la ricevuta con una simpatica penna a forma di siringa e io...
"Prego, prego" - una voce calda e gentile mi strappa da pericolosi déjà vu e mi riporta ai momenti del sopralluogo - accomodatevi": aula di ricevimento ovattata e accogliente, equipe schierata e sorridente, presentazione delle diapositive efficace ed esauriente.
Zero sudori freddi, nessuno sbiancamento, paura esorciz...
Sul maxi-schermo parte all'improvviso una compilation mixata (featuring Dario Argento) di urla materne, gambe divelte e creature imbrattate di placenta che mi provoca nell'ordine: senso di vertigine, ricerca disperata di una liquirizia in tasca (la caramellina di scorta, quella che tengo sempre in fondo al porta-occhiali), forze che vengono meno, porta-occhiali mellifluo e irraggiungibile, io che guardo supplichevole Irene, lei che mi fulmina e sibila "Non qua, non ora!", io che vedo sempre più annebbiato, lei che scuote la testa, io che mi ripiglio nell'aula vuota a incontro ormai finito e cerco subito di capire quanto tempo è passato.
Meno di quanto sperassi: Irene è immobile al mio fianco col muso lungo e la pancia ancora gonfia.
Mi sa che mi tocca la sala-parto.
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