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sabato 21 maggio 2016

Un pezzo di strada insieme

Il bisticcio tra auto è praticamente un rito propiziatorio mattutino.
Una specie di haka maori su quattro ruote: la carica che ci si dà facendo paura al resto del mondo, nello specifico al guidatore imbranato di turno (che si ritiene tale).
È come se tempo, velocità, spazio e abitacolo, la garanzia cioè di non poter venire alle mani, autorizzassero gli istinti peggiori: clacsonate furenti, gestacci trogloditi, labiali più che espliciti.
L'unica premura è che l'altro incroci lo sguardo tramite lo specchietto e venga investito dal raptus liberatorio.
Poi ognuno per la propria strada e la giornata può cominciare.
Almeno per me è così: il mio Mr. Hyde prima di diventare Dr. Jekyll.
Fino all'altro giorno non mi ero mai posto il problema di rincontrare nel corso della giornata qualcuno mandato a quel paese giusto qualche ora prima con tanto di dito medio a indicare bene la strada.
Ho intuito che la cosa di per sé non è impossibile quando, al termine di un colloquio a scuola, nel corso del quale avevo fatto presente il comportamento poco educato e irriguardoso del figlio in classe, il genitore s'è congedato con un "Stamattina comunque ce l'avevo io la precedenza".

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