Scegliete la realtà
scegliete la prevedibilità
scegliete la monotonia
scegliete le abitudini
scegliete un maxi comfort zone del cavolo
scegliete l’ora di padel il martedì, il corso di degustazione il giovedì, l’apericena sui Navigli il sabato sera
scegliete i cavoletti di Bruxelles, la mela a pezzettini, l’olio di merluzzo
scegliete di mangiare a orari fissi
scegliete una casa quadrata senza spigoli e nascondigli
scegliete armadi senza mostri e zucche buone solo per farci il risotto
scegliete vestiti non padellati di sugo e calzini combinati
scegliete di tenere in ordine la stanza senza cose lanciate a caso
scegliete il “fai come dicono gli altri” e alzate la mano quando vi chiamano all’appello
scegliete di sedervi al banco a spappolarvi il cervello e lo spirito con le schede da colorare e i regoli da regolare.
Alla fine scegliete di crescere
di diventare grandi in uno squallido paesello ridotti a motivo di orgoglio per gli stronzetti ambiziosi ed egoisti che vi avevano figliato per essere rimpiazzati
scegliete il presente
scegliete la realtà.
Ma perché dovrei fare una cosa così?
Io ho scelto di non scegliere la realtà
ho scelto di immaginare cosa c’è sotto un lago invece di fissare quello che ci sta sopra
ho scelto qualcos’altro
le ragioni?
Non ci sono ragioni…
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