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lunedì 1 giugno 2020

Movida loca

Al mio segnale scatenate un giro di Campari con bianco.
Un aperitivo ci seppellirà.
L’alba dei morti beventi.
Con chi non muore si ribeve.
La morte si sconta bevendo.
Mors tua, caipirinha mea.
Verrà la morte e avrà il tuo spritz.
In vino veritas, in tomba giaceras.
Quando un uomo con l’astemìa incontra un uomo col Negroni, l’uomo con l’astemìa è un uomo morto.
Da bere a bara il sorso è breve.
L’astemio può tramontare e risorgere; per noi, quando il locale chiude, resta un’eterna unica notte da dormire.
Ripartire (le patatine al bancone) è un po’ come morire.
Un sepolcro ora basta per colui al quale un gin tonic fatto in casa non era abbastanza.
Chi vuol esser brillo sia, del doman non v’è certezza.
Aperitivare come un pazzo a papille secche in pieno giorno per vedere se poi è tanto difficile morire.
La Speranza (una lontana zia astemia) è l’ultima a morire.
Ma è giunta, ormai, l’ora di andare, io a bere, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuno lo sa, tranne Burioni.
La vita è come un giro di aperitivi: non sai mai quello che ti decapita.
Aperitivacci tua!

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