La scorsa notte mi ha portato consiglio: ho deciso che metterò al mondo un figlio.
Non per un animalesco istinto di perpetuare la specie o perché nel silenzio ovattato della stanza avverta ormai l'inesorabile ticchettio dell'orologio biologico che avanza.
Ho deciso che metterò al mondo un figlio per rappresaglia.
Un giorno, quando avrà compiuto 16 anni, lo convocherò nel mio studiolo e gli dirò: "Lo so che abbiamo parlato poco e tra noi sono stati più i silenzi che le confidenze. Ma ora ho bisogno che tu faccia qualcosa per me. Smettila di rintanarti tutto il giorno nella cameretta a guardare ologrammi-porno e impugna invece questa lista. È gente che non conosci se non per sentito dire. Avranno bene o male tutti una quindicina d'anni più di te. Ecco, qui trovi nome, cognome e attuale indirizzo. C'ho messo un po' a rintracciarli tutti ma ce l'ho fatta. Non dovrai fare altro che appostarti a turno sotto la loro abitazione ogni sabato sera per un anno intero così come loro facevano con me e tua madre una quindicina d'anni fa. Una volta raggiunti, aspetterai silenzioso in macchina che anche l'ultima luce della loro dimora si sia spenta. Dopodiché, concessi venti minuti perché prendano sonno, alzerai il volume della unz-music a manetta (non ci crederai, ma questo genere assurdo esisteva già all'epoca). Quindi tirerai fuori all'improvviso dal bagagliaio un pallone che un attimo dopo scaglierai alla viva il parroco per le strade deserte, quando il silenzio delle tenebre fa di ogni rimbalzo un tuffo al cuore. Infine, tempo di riprendere fiato e illudere le vittime che tutto sia finito, attaccherai a parlare con sette toni sopra il normale di calcio, sballo e fica in un turbinio di suoni onomatopeici e bestemmie. Se non ti va di farlo da solo come un matto che inveisce alla luna, portati dietro un amico che ti faccia da spalla. Nel momento in cui una luce nervosa tornerà a rischiarare il buio delle loro stanze, solo allora potrai considerare giunta al termine la tua missione notturna e proseguire con il successivo nome della lista".
Di fronte al suo sguardo perso e basito, incalzerò come un padre che, agonizzante, pretenda vendetta dal sangue del proprio sangue: "Sì, lo so. Dovrai raggiungere anche questo che nel frattempo s'è trasferito a Cuneo. Se vuoi, puoi lasciarlo per ultimo. Non valgano però a fermarti le loro preghiere supplichevoli così come non ti spaventino le minacce irose di chi ammazzerebbe pur di tornare a dormire in santa pace. A loro non scalfirono quindici anni addietro né le une né le altre. A quel punto non potranno far altro che spengere nuovamente la luce e darsi da fare, tra sbraiti esterni e gemiti domestici, affinché quell'alba ormai alle porte benedica il concepimento di coloro che un giorno li vendicheranno".
Probabile che all'udire queste parole spalancherà gli occhi colto come da un'illuminazione. Prima che possa aprire bocca, sarò io a confermare i suoi sospetti: "Esattamente come loro vennero concepiti a metà anni '90 per vendicarsi del sottoscritto tardo-adoloscente e degli altri soci casinari e menefreghisti. Io ho già pagato. Ora tocca a loro. È una ruota che gira. Così è sempre stato e così sempre sarà. Vai e trasforma il loro riposo domenicale in una veglia perpetua!".
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