A volte alzo lo sguardo all'improvviso dalla cattedra o mi giro di scatto dalla lavagna per coglierli in flagrante.
E becco sempre due o tre maschi intenti a fissarmi con la linguetta penzoloni all'angolo della bocca e le dita congestionate a schiacciare i pulsanti di un joystick virtuale che non hanno ma che tanto vorrebbero stringere tra le mani in quel momento.Allora li fisso a mia volta, aspetto che si ripiglino e dico loro: "Per quanto vi impegniate, son più duro a morire degli zombie dei vostri videogame. E io sono ancora poca cosa rispetto ai mostri che vi attendono là fuori". Quindi con un cenno del capo indico la strada oltre la finestra di classe.
(Più difficile con le ragazzine che si immaginano di cambiarti i vestiti, di scegliere gli accessori e che, se richiamate, ti rispondono "Ancora un attimo prof: ballerine o tacco 12?").
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