Tu dici: sono costretti a casa dalla situazione, non subiscono l’assillo del lavoro, godono di tempi più allentati, quindi leggono di più, approfondiscono le notizie, le verificano e le comparano (ammesso che si informino e non vivano di sentito dire e Barbare D’Urso).
E invece no: adocchiano solo i titoli, quelli più ad effetto naturalmente, quelli che di solito sparano un “INCREDIBILE...”, “COMPLOTTO...”, “VERGOGNA...”.
Oppure vanno un po’ più in là del titolo e guardano anche la foto.
O se vanno oltre la foto leggono ma non si pongono domande sull’affidabilità di quanto letto.
Tutto ciò ammesso che capiscano.
Perché il grande problema del lettore medio italiano, statistiche ufficiali alla mano, è l’inadeguatezza a leggere e comprendere testi anche di media difficoltà.
In primis ci si mette la pigrizia, perché approcciarsi e interrogare un testo costa fatica, impegno, concentrazione.
Sforzo non necessariamente avvertito se allenato prima, come sa bene chiunque pratichi sport (non guardate me).
E siccome non tutti nascono Maradona, chi dovrebbe allenare alla lettura e a un approccio consapevole ai testi?
La scuola.
Ma la scuola evidentemente ha toppato.
Non ha educato negli scorsi decenni allo sviluppo di un pensiero consapevole tramite una relazione critica con le fonti.
E ci si relaziona criticamente con le fonti se anzitutto le si capisce.
E le si capisce se le si legge correttamente.
E le si legge correttamente se si conosce la grammatica.
E a giudicare dalla grammatica di tantissimi post, ma davvero tanti, stiamo messi proprio male.
E il perché la scuola abbia mancato in tal senso meriterebbe un altro post.
Ma la mia capacità di concentrazione finisce qui.
Non prima di aver ricordato che, finita l’emergenza, oltre che di sanità bisognerà parlare di istruzione.
Perché un’economia che galoppa in un Paese di moribondi e ignoranti serve davvero a poco, serve a pochi.
Incredibile, complotto, vergogna!
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