Nel
1958, dopo il lancio dello sputnik sovietico, gli USA progetavano di
bombardare la luna
Da tempo i
servizi di intelligence statunitensi avevano preparato una lista di scuse da
accampare per giustificare quello che, agli occhi della pubblica opinione
internazionale, sarebbe evidentemente parso come un inopinato attacco al più
romantico degli astri celesti:
- l’eccezionale fenomeno della luna rossa mattutina, conseguenza della particolare rifrazione dei raggi solari a quell’ora della giornata in determinate condizioni atmosferiche, è in realtà un diabolico piano bolscevico di ipnotizzazione interstellare di massa;
- il mandante dell’assassinio di Abramo Lincoln è stato finalmente scovato e si nasconde nel lato oscuro della Luna;
- la forza di gravità lunare condiziona come risaputo il flusso delle maree e quindi influisce negativamente sui costi per il trivellamento dei fondali marini alla ricerca di riserve petrolifere;
- montagne e crateri non sono altro che fondali di cartapesta atti a celare pericolose armi di distruzione di massa che un imberbe Saddam Hussein ha già cominciato segretamente a cumulare in vista di non meglio precisati progetti dittatoriali;
- quella superficie bucherellata è un evidente affronto alla faccia brufolosa e butterata dell’adolescente americano medio inchiattito di patatine e hamburger che vede nello sfottio lunare un incitamento a mai sopiti piani stragisti fra i banchi di scuola;
- si presta, dato che nessuno all'ONU muoverebbe un dito per difenderla, a fungere da palestra ottimale per l'esportazione della democrazia nel caso in futuro una simile generosa missione vedesse gli Stati Uniti disinteressatamente impegnati in prima fila.
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