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sabato 5 settembre 2015

Ragazzi di vite

Adesso anche quando esco in ciabatte a prendere la posta c’ho paura che da un momento all’altro spunta fuori la paletta del vigile da dietro un cespuglio e mi tocca fare l’alcol-test. Che da quando mi hanno fermato l’ultima volta ogni occasione mi sembra buona per ritirarmi la patente. Anche se uno all’autogrill di Fiorenzuola una volta mi ha detto che soffiando forte sballi la macchinetta e non ti beccano. Peccato che al mio amico Venzo l’hanno fregato lo stesso (è anche vero che se si levava il vomito da dosso forse aveva più possibilità). Per me e i miei soci questa storia dell’etilometro sta diventando peggio che andare a messa alla domenica. Sarà che la nostra compagnia si è sempre distinta in paese per preferire alle ragazze la grappa, che almeno quella alla fine non ti tradisce. Fatto sta che da un mese a questa parte ci tocca giocare alla pagliuzza più corta per scegliere quello che non deve bere e portare in giro gli altri al sabato (che in cantiere la settimana sembra non finire mai). Con questo non voglio mica dire di andare in giro bevuti fradici a combinare casini. Mi pare solo che la legge di adesso c’ha dei limiti bassi e “poco rispettosi del metabolismo specifico di ciascun organismo” (l’ha detto alla televisione uno che ha studiato). E sono proprio d’accordo ché un tipo come il Michelotto io l’ho visto centrare col piscio una fede nuziale a due metri di distanza al matrimonio del Giando, che le portate erano quella cosa tra una damigiana e l’altra. Insomma, roba che se esci a mangiare una pizza al salamino piccante e ci bevi dietro una birra capace che ti levano le chiavi della macchina per chissà quanto tempo e ti saluto lavoro e mutuo della casa. Il Peto, che è un altro mio amico, a questo proposito dice sempre: “In medio stat virtus”; ciò per dire che non siamo mica una compagnia di pirla (anche se è stato il primo che gli hanno portato via la patente).

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