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martedì 30 giugno 2020

Insomma

Colazione, all'improvviso, biscotto inzuppato in mano.
"Papà, ma dalla morte si guarisce?"
"Insomma"
"Cosa vuol dire 'insomma'?"
"Vuol dire 'no'"
"È un simonimo? Come 'orso bianco' e 'orso polare'?"
"Si dice si-no-nimo. E: no, non è un sinonimo"
"Allora perché non hai detto subito 'no'?"
"Perché a volte si preferisce non dire le cose subito per non ferire"
"Ma dalle ferite si guarisce, vero?"
"Insomma"
"Nooo? Ma il mio taglio sotto il piede è guarito!"
"Infatti. Quell''insomma' voleva dire 'dipende'"
"Ma 'insomma' vuol dire 'no' o 'dipende'? Non ci capisco più niente! Voi grandi non potete dire le cose subito?"
"Insomma".

domenica 14 giugno 2020

Hai ragione

Ieri pomeriggio io e Fede abbiamo fatto un giro in bici in paese e siamo passati davanti a un bar affollato e vociante.
Fede mi ha guardato spalancando gli occhietti e mi ha chiesto: “Come mai tutta questa gente a bere mentre io non posso nemmeno entrare al parchetto-giochi?”.
“Hai ragione”.
Un attimo dopo eravamo al bancone, con lui che non capiva e io che capivo progressivamente meno.

Effetti collaterali della Didattica a Distanza

“Uau Fede, l’hai fatto tu?”
“Sì”
“Non male per un bimbo di quattro anni. Mi ricorda tanto un pittore spagnolo del secolo scorso; un pittore che con le sue colorate composizioni geometrico-astratte voleva rappresentare...”
“Juan Miró intendi?”
“Scusa...? Perché? Lo conosci?”
“Sì, anche se indirettamente. E poi lui si sarebbe definito catalano e non spagnolo. L’ho letto in una biografia a dire il vero incentrata su Salvador Dalì”
“Perché? Sai anche leggere?”
“Sì”
“E da quando tutte queste capacità?”
“Competenze, padre, competenze. Da quando tu sei impegnato nella stanzetta in fondo con le video-lezioni, mamma altrettanto in camera e io solo qua nella living room ho vinto la sensazione di abbandono cimentandomi in qualcosa”
“Soldatini e macchinine no?”
“No”
“Non ti nego che in parte sono fiero e in parte mi sento in colpa”
“Scisso tra orgoglio parentale e subconscio reo”
“Anche Freud?”
“Sì, anche Freud. Se hai due minuti e vuoi sdraiarti...”
“No, no, grazie. Tra poco ho un’altra video-lezione... Sono senza parole”
“Afasico si dice”.

lunedì 1 giugno 2020

Movida loca

Al mio segnale scatenate un giro di Campari con bianco.
Un aperitivo ci seppellirà.
L’alba dei morti beventi.
Con chi non muore si ribeve.
La morte si sconta bevendo.
Mors tua, caipirinha mea.
Verrà la morte e avrà il tuo spritz.
In vino veritas, in tomba giaceras.
Quando un uomo con l’astemìa incontra un uomo col Negroni, l’uomo con l’astemìa è un uomo morto.
Da bere a bara il sorso è breve.
L’astemio può tramontare e risorgere; per noi, quando il locale chiude, resta un’eterna unica notte da dormire.
Ripartire (le patatine al bancone) è un po’ come morire.
Un sepolcro ora basta per colui al quale un gin tonic fatto in casa non era abbastanza.
Chi vuol esser brillo sia, del doman non v’è certezza.
Aperitivare come un pazzo a papille secche in pieno giorno per vedere se poi è tanto difficile morire.
La Speranza (una lontana zia astemia) è l’ultima a morire.
Ma è giunta, ormai, l’ora di andare, io a bere, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuno lo sa, tranne Burioni.
La vita è come un giro di aperitivi: non sai mai quello che ti decapita.
Aperitivacci tua!

Shockumentari

Fede ama i documentari sugli animali.
E con lui ho cominciato ad amarli anch’io.
Prima solo se capitavano per caso facendo zapping.
Ora è appuntamento fisso.
Io e Fede a fianco sul divano a vedere ghepardi che inseguono gazzelle, uova di tartaruga che si schiudono, istrici che si ingegnano e si accoppiano.
E non di rado mi commuovo. Complice la paternità. Mia e degli animali.
Quando ad esempio i cuccioli si avvicinano al corpo esanime di papà leone e strusciano il muso contro il petto immobile del genitore. E insistono. E guaiscono. Fino a quando ammutoliti si sdraiano a fianco.
Deve essere questo il motivo per cui l’altro giorno, mentre giocavamo alla lotta, mi sono accasciato all’improvviso in attesa della reazione di Fede.
Fermo. Occhi chiusi. Respiro trattenuto.
Il cucciolo d’uomo si è avvicinato lentamente e ha detto: “Vediamo quanti soldini ha in tasca...”