Finalmente concediamo alle cuginette di fare il bagnetto a Federico.
Noi adulti in cucina a parlare, le bambine nella stanza accanto a giocare alle mamme.
A un certo punto ci raggiungono trafelate, ammutolite e rosse in volto.
Mi precipito in bagno e tiro un sospiro di sollievo: lavandolo, gli avevano provocato inavvertitamente la prima erezione.
Niente, domani passo all'Anagrafe e gli cambio nome in FedeRocco.
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sabato 29 ottobre 2016
giovedì 20 ottobre 2016
Casa del ragno
Dicono che nei sogni i ragni portino guadagni.
Nella realtà portano solo spese: mega-swiffer ad altezza chilometrica scovato su e-bay a prezzi esorbitanti e fatto arrivare direttamente dalle foreste del Borneo, ritinteggiatura delle pareti dopo averne spiattellati una dozzina, kit anti-puntura, tickets del pronto soccorso, disinfestazione (inutile).
Una melodiosa reclame di quand'ero bambino recitava "Casa del bagno, casa del bagnooo...".
Definirei l'appartamento in cui ci siamo appena trasferiti la casa del ragno.
C'entreranno forse le travi lignee del soffitto tanto agognate da Irene (flashback: "Che bello, amo'! Fa molto baita! Prendiamola, prendiamola, prendiamola!") ma in ogni punto dell'abitazione puoi star certo di beccare il tuo bel ragno penzolante e freneticamente sghambettante: sopra la cappa mentre fai la pappa, sopra la tazza mentre fai la cacca (mai fatta la cacca così alla svelta).
Pro: Fede non ha bisogno sopra la culla delle classiche apette di cartapesta che girano in tondo.
Contro: non c'è alcuna traccia di altri insetti, evidentemente imbozzolati nelle tele assassine, a cui uno sin dall'infanzia si era comunque affezionato (mosche, zanzare, vespe, cimici). Mi mancano.
Se riuscissi a trasformare la selva di filamenti tira&molla in altrettanti led luminosi l'atmosfera a Natale sarebbe bellissima.
Nella realtà portano solo spese: mega-swiffer ad altezza chilometrica scovato su e-bay a prezzi esorbitanti e fatto arrivare direttamente dalle foreste del Borneo, ritinteggiatura delle pareti dopo averne spiattellati una dozzina, kit anti-puntura, tickets del pronto soccorso, disinfestazione (inutile).
Una melodiosa reclame di quand'ero bambino recitava "Casa del bagno, casa del bagnooo...".
Definirei l'appartamento in cui ci siamo appena trasferiti la casa del ragno.
C'entreranno forse le travi lignee del soffitto tanto agognate da Irene (flashback: "Che bello, amo'! Fa molto baita! Prendiamola, prendiamola, prendiamola!") ma in ogni punto dell'abitazione puoi star certo di beccare il tuo bel ragno penzolante e freneticamente sghambettante: sopra la cappa mentre fai la pappa, sopra la tazza mentre fai la cacca (mai fatta la cacca così alla svelta).
Pro: Fede non ha bisogno sopra la culla delle classiche apette di cartapesta che girano in tondo.
Contro: non c'è alcuna traccia di altri insetti, evidentemente imbozzolati nelle tele assassine, a cui uno sin dall'infanzia si era comunque affezionato (mosche, zanzare, vespe, cimici). Mi mancano.
Se riuscissi a trasformare la selva di filamenti tira&molla in altrettanti led luminosi l'atmosfera a Natale sarebbe bellissima.
domenica 16 ottobre 2016
Specchietto per l'allodolo
Sono passati due mesi ma il trasloco non è ancora finito.
Un po’ colpa della pigrizia, un po’ dell’estate che si è messa di mezzo.
Un po’ di scatoloni ancora imballati, un po’ di cose parcheggiate nella vecchia casa.
Lo specchio del bagno ad esempio latita.
In queste settimane di barbe mattutine, in mancanza d’altro, ho supplito con una superficie quadrata sufficientemente riflettente nonostante alcune apine disegnate qua e là.Trattasi del simil-specchio componente insostituibile della palestrina-gioco di Federico.
Insostituibile si fa per dire: al momento del bisogno lo sfilo dalle mani di Federico (che scoppia a piangere vedendo il doppio di sé sparire all’improvviso) e lo uso come accessorio da toilette.
Rasatura perfetta, pelle liscia, zero tagli.
A patto di seguire una semplice raccomandazione: non radersi la mattina presto post-sbronza quando cervello annebbiato e palpebra calante fanno sembrare vere api che vere non sono.
Un po’ colpa della pigrizia, un po’ dell’estate che si è messa di mezzo.
Un po’ di scatoloni ancora imballati, un po’ di cose parcheggiate nella vecchia casa.
Lo specchio del bagno ad esempio latita.
In queste settimane di barbe mattutine, in mancanza d’altro, ho supplito con una superficie quadrata sufficientemente riflettente nonostante alcune apine disegnate qua e là.Trattasi del simil-specchio componente insostituibile della palestrina-gioco di Federico.
Insostituibile si fa per dire: al momento del bisogno lo sfilo dalle mani di Federico (che scoppia a piangere vedendo il doppio di sé sparire all’improvviso) e lo uso come accessorio da toilette.
Rasatura perfetta, pelle liscia, zero tagli.
A patto di seguire una semplice raccomandazione: non radersi la mattina presto post-sbronza quando cervello annebbiato e palpebra calante fanno sembrare vere api che vere non sono.
sabato 8 ottobre 2016
Un moscone per amico
Il miglior amico di mio figlio non è un orsacchiotto di peluche né l'anatrella gommosa della vaschetta da bagno.Il miglior amico di mio figlio è un moscone vero, verde lucido, di quelli che uno associa subito allo sterco fumante delle vacche.
Si sono conosciuti un giorno a pranzo e da allora guai a separarli.
Il moscone cerca la compagnia di Fede per godere degli spruzzi di pappa che cadono qua e là a ogni cucchiaiata; Fede cerca la compagnia del moscone perché ne è attratto e divertito come per ogni cosa nuova che piano piano sta scoprendo.
La prima volta ho reagito da adulto-genitore schifato: straccio alla mano, ho provato a seccare con una frustata l'immonda creatura.
Non vi dico la reazione di Fede: urla, pianti, convulsioni da seggiolone, sciopero della fame.
All'inizio ho pensato fosse perché avevo centrato lui nell'occhio anziché l'insetto.
Ma anche le frustate successive, tutte a vuoto, provocavano la stessa isteria.
Avrei potuto dedicarmi alla caccia al moscone in un altro momento della giornata, Fede distante e dormiente, ma l'insetto non c'aveva mica scritto 'scemo' sulle alette: compariva puntuale solo in occasione dei pranzi, quasi sapesse dell'immunità di cui godeva.
Da quel giorno, ad ogni appuntamento col cibo, Fede non spalanca bocca se prima non vede planare a bordo piatto l'amico moscone.
A me non resta che confidare nei primi freddi autunnali e nella morte naturale delle mosche.
Ma è allora che cominciano a fare la loro comparsa le cimici...
Si sono conosciuti un giorno a pranzo e da allora guai a separarli.
Il moscone cerca la compagnia di Fede per godere degli spruzzi di pappa che cadono qua e là a ogni cucchiaiata; Fede cerca la compagnia del moscone perché ne è attratto e divertito come per ogni cosa nuova che piano piano sta scoprendo.
La prima volta ho reagito da adulto-genitore schifato: straccio alla mano, ho provato a seccare con una frustata l'immonda creatura.
Non vi dico la reazione di Fede: urla, pianti, convulsioni da seggiolone, sciopero della fame.
All'inizio ho pensato fosse perché avevo centrato lui nell'occhio anziché l'insetto.
Ma anche le frustate successive, tutte a vuoto, provocavano la stessa isteria.
Avrei potuto dedicarmi alla caccia al moscone in un altro momento della giornata, Fede distante e dormiente, ma l'insetto non c'aveva mica scritto 'scemo' sulle alette: compariva puntuale solo in occasione dei pranzi, quasi sapesse dell'immunità di cui godeva.
Da quel giorno, ad ogni appuntamento col cibo, Fede non spalanca bocca se prima non vede planare a bordo piatto l'amico moscone.
A me non resta che confidare nei primi freddi autunnali e nella morte naturale delle mosche.
Ma è allora che cominciano a fare la loro comparsa le cimici...
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