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giovedì 29 agosto 2019

Lapsus in fabula

"Quella sulla 'donna della mia vite' non mi era piaciuta proprio"
"Lo so, è da una settimana che tieni il muso e saluti in malo modo. Possiamo tornare a darci la buona giornata da bravi cristiani?"
"Ok, però tu non dire più che bevi a causa mia"
"Promesso. Ora posso andare al lavoro più sereno. Ciao Amaro..."
"Scusa?"
"Amore, volevo dire Amore"
"Vaffanculo".

martedì 27 agosto 2019

Estremi saluti

I saluti sono un momento importante di ogni relazione, forse IL momento importante.
Soprattutto se definitivi.
Tipo quelli di fine-vacanze in spiaggia.
In Liguria poi.
Ultranovantenni tutt'intorno.
Io, con in braccio Fede, raccolgo giochi sparsi da sotto la sdraio.
"Allora ve ne andate?"
"Sì, partiamo tra poco"
"All'anno prossimo allora!"
"Non credo"
"Ah, non tornerete?"
"Noi sì".

lunedì 26 agosto 2019

Lo scherzo è bello

Poco fa in spiaggia ho assistito allo scherzo del secolo.
Spoilero subito che gli amici del malcapitato erano tutti d'accordo e fingevano stupore tanto quanto il malcapitato al momento degli eventi.
Che sono i seguenti: un bimbo intorno ai 5-6 anni corre verso una compagnia di vitelloni da battigia, del tipo sciupafemmine abbronzati sulla quarantina. Il bimbo si dirige verso uno di loro e comincia a urlare "Papà! Papà!". Si getta al collo della vittima e lo abbraccia. Segue sguardo stupito della vittima. Segue ragazza sulla trentina che raggiunge il bimbo alle spalle e dice allo sciupa: "Ciao Luca, ti ricordi di me? Saran passati sei anni...". Istanti di silenzio elettrico e poi uno della compa, quello che riesce meno a trattenersi, scoppia in una risata ienesca che finisce col contagiare tutti.
Guardo Irene mentre sorrido solcato da un rivolo di sudore: "Non è che a te ha preso la mano e stai tirando avanti lo scherzo da tre anni e mezzo, vero?"

mercoledì 21 agosto 2019

Ancora un attimo

Qualcuno deve aver detto a Irene di Ibiza (premio Infame estate 2019).
Ora siamo al mare insieme e non si fida più.
E ricorre a Federico per sgamarmi.
Al suo infantile candore nel dire sempre la verità.
Me lo appiccica addosso tutto il tempo così da poterlo poi interrogare.
"Dove siete stati? Con chi? Cosa ha fatto papà? Ha detto qualcosa?"
Tocca ricorrere a mezzucci per sfangarla.
Tipo portare Fede a vedere anziani che giocano a bocce in spiaggia poco lontano da una milfona in generoso topless.
"Dove siete stati?"
"Al male a vedele nonni giocale"
"Con chi?"
"Io e papi"
"Cosa ha fatto papà?"
"Niente. Guadava bocce"
"Ha detto qualcosa?"
"'Ancora un attimo' anche se paltita finita da tanto"

martedì 20 agosto 2019

Prendiii il codinooo!

Al settimo giro di giostra non ce l'ho fatta più e l'istinto paterno ha preso il sopravvento.
Ho strappato io il codino dal pupazzetto svolazzante e ho trasformato il singhiozzare di Federico in sorriso di pura gioia.
Pianti degli altri bimbi intorno, sguardi di disapprovazione degli adulti, Irene che finge di non conoscermi, la tizia dentro lo stabbiotto che al microfono dice: "Così non si fa. Bambini non imparate da quel signore".
Viaggio di ritorno a casa in assordante silenzio: Federico addormentato, Irene muta e torva, io rimuginoso su quanto successo.
"Che non mi sappia controllare? Che sia quel tipo di papà che a bordo campo insulta l'arbitro e fa rissa pur di difendere il figlio?"
Tra tanti dubbi la consolazione notturna: Fede, di solito avvinghiato alla mamma, rotola nel letto verso di me e bofonchia nel sonno "Papi".
Oggi in spiaggia boccette truccate per farlo vincere (basta appesantirle con un po' d'acqua per renderle imperturbabili al vento) e biglie degli altri manomesse per farli perdere (basta rigarne la superficie per aumentare l'attrito con la sabbia).
"Papi".

lunedì 19 agosto 2019

Complicidad

Stamattina Irene e Fede sono partiti per il mare.
Li ho salutati con le lacrime trattenute e la voce rotta: “Già mi mancate. Tempo di sistemare alcune cose di casa e venerdì vi raggiungo”.
Poi ho chiuso la porta e ho prenotato un last minute per Ibiza.
Torno giovedì sera.
Le piante dovrebbero resistere per quattro giorni.
Il gatto anche.
Quando mi chiamerà al telefono, dirò che quello di sottofondo è il rumore del mare su Spotify per sentirli più vicini. Seguirà mio selfie in primo piano con tanto di broncio e naso ustionato.
Se in discoteca, farò segno al deejay di abbassare come concordato a inizio nottata.
Lo scrivo qua perché tanto Irene non legge il mio blog.
E perché voi, in sua futura presenza, non facciate qualche gaffe mettendomi in difficoltà.
Gracias por la complicidad ;-)

lunedì 5 agosto 2019

In debito

Consegna dei diplomi.
Momento informale dopo la cerimonia ufficiale.
Capannelli di persone, risate, relax.
Dopo giorni di ansie e prestazioni, finalmente un po' di leggerezza.
E di sincerità.
"Proffe, posso disturbarla un attimo?"
"Figurati! Allora, soddisfatto?"
"Sì, molto"
"Bene, spero di aver contribuito in qualche modo"
"Le sono debitore"
"Adesso, non esageriamo..."
"Ma anche Lei lo è"
"Se intendi che ogni docente cresce insieme ai propri studenti, indubbiamente..."
"Intendo i 10 euro che le avevo prestato un giorno per la benzina"
"Urco, sicuro?"
"Era il 26 marzo"
"Anche la data!"
"Del 2016"
"Anche l'anno! Strano, con la memoria non sei mai stato forte. Infatti anche all'orale dell'esame..."
"Quindi?"
"Tieni"
"Grazie. Se e quando dovesse aver bisogno, conti su di me"
"Vedo altri tuoi compagni che vogliono salutarmi. Dovrei ricordarmi qualcosa?"
"Non lo so, con la memoria non sono mai stato forte"