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mercoledì 25 settembre 2019

Dimostrazione

Un paio di settimane fa ho letto su una rivista scientifica un articolo secondo cui le patatine che stanno nella ciotolina-aperitivo del bar contengono un'elevata quantità di tracce di urina di persone che, dopo essere state in bagno, tornano al bancone senza aver lavato le mani.
Non ci volevo credere.
Mi sembrava il solito allarmismo da no-vax e terrapiattisti.
Per un appassionato di San Carlo unte e croccanti come me poi.
Ieri, visto che ero al bar, ho voluto sincerarmi di persona: sono andato alla toilette, ho fatto la pipì e senza lavare le mani son tornato al bancone a spizzicare.
Insomma, è vero.

giovedì 19 settembre 2019

In un'altalena sola

Niente può esprimere la solitudine dell'Uomo sulla Terra come l'espressione vacua di un padre che dopo tre ore di spinte all'altalena alla festa dell'oratorio cerca lo sguardo complice di un parente (fino al 7° grado) disponibile a dargli il cambio.
Niente.
Schiene che si girano, occhi che si abbassano, genealogie che si evirano.
Tutti pronti a cogliere le risate spensierate del figlio.
Nessuno che si accorge delle spinte via via più nervose del padre.
Gioia e dolore in un'altalena sola.

venerdì 13 settembre 2019

Quelli che

Memore dello scorso anno scolastico e all'inizio del nuovo, oggi ho concordato coi ragazzi i seguenti nuovi gironi dell'Inferno dantesco:
- quelli che entrano puntualmente un minuto dopo il suono della campana “perché, dai profe, la prima sigaretta della giornata va gustata lentamente” (girone di coloro che sanno ancora di omogeneizzato e già si incatramano il palato);
- quelli per cui la giustifica dell’assenza è un optional (girone dei tanto un domani strizzerò l’occhio al datore di lavoro e lui capirà);
- quelli che alla richiesta dei compiti rispondono “Profe, ho fatto tutto tranne...” segue elenco interminabile di cose non fatte (girone dei tanto vale dire: “Profe, sarò onesto con Lei, ieri pomeriggio, in un momento di social in down e di noia esistenziale, mi sono dedicato per un attimo a un esercizio”);
- quelli che di fronte all’errore ortografico di compito svolto sull’iPad rispondono: “È stato il correttore automatico” (girone di coloro che nella vita vera andranno in crisi causa mancanza di correttori automatici là fuori);
- quelli che durante i temi in classe chiedono ogni due per tre “Profe, un sinonimo di... e uno di... e questo è giusto scritto così?..” (girone dei dizionari da casa questi sconosciuti);
- quelli che copiano non so come ma non si degnano nemmeno di ritoccare la copiatura noticine di Wikipedia comprese (girone degli scaltri nonché scazzati);
- quelli che giocano il jolly in occasione delle interrogazioni (girone di coloro che chiedono anche una vocale, usano lo switch e invocano l’aiuto del bidello);
- quelli che erano volontari ma all’ultimo si tirano indietro gettando nel panico il resto della classe (girone degli infami);
- quelli che, se estratti, non escono perché “tanto non so nulla” (girone di coloro che non ci provano nemmeno);
- quelli che, se estratti, escono ma si arrampicano sui vetri in un modo che neanche Spiderman sull’Empire State (girone dei senza vergogna);
- quelli che spoilerano i finali di film, serie televisive e fumetti (girone di coloro che non spoilerano i finali dei libri perché chi ci è mai arrivato al finale di un libro);
- quelli che si fanno prestare oggettistica varia di cancelleria (biro, fogli, gomme, quaderni, righelli, sbianchetti) e non restituiscono mai nulla (girone di coloro che a fine anno potrebbero benissimo aprire una cartolibreria);
- quelli che intervengono ad minchiam interrompendo la spiegazione, esempio: “Profe, a proposito di Dante, ha visto ieri l’Atalanta?” (girone degli opportuni, dei pertinenti e dei ‘Magica Dea sempre!”);
- quelli che ripetono “Bella zio!” per più di diciassette volte in una mattinata scolastica (girone dei poveri di lessico);
- quelli che argomentano come fossero su un social, cioè per sentito dire, emulazione, credulità, frasi fatte e luoghi comuni (girone dei poveri di spirito);
- quelli che usano in una stessa frase per più di 5 volte la parola ‘coso’ e derivati, esempio: “Prof, coso non mi ha passato la cosa, quindi non ho potuto cosare le cose, altrimenti le avrei cosate di sicuro” (coso dei cosi).

giovedì 12 settembre 2019

Primo giorno

“Buongiornooo”
“‘Giorno”
“Ehi, cos’è ‘sto tono? Oggi è un giorno bello perché ricomincia scuola”
“Non ho voglia”
“Ma sì, dai! Bimbi, maestre, bidelle. Tutti!”
“E le mamme?”
“Anche le mamme, certo!”
“Uhmmm... Non mi interessa lo stesso”
“Ritrovarsi, raccontare l’estate, ridere, crescere insieme”
“Chissenefrega!”
“Ehi, le parole!”
“Voglio rimanere a casa!”
“Eh no, hai riposato abbastanza. Basta tablet e televisione, ora un po’ di regoline e impegno”
“Non vogliooo!”
“‘Non voglio’ non esiste! Dai che è tardi!”
“Nooooooo”
“Papi, niente capricci: accompagnami all’asilo e poi fila a scuola!”

mercoledì 11 settembre 2019

?

Ora siamo alla fase dei “Perché?” all’ennesima potenza.
Perché questo, perché quello, perché sempre.
All’improvviso, di continuo, per cose che fino al giorno prima non avevano bisogno di spiegazioni.
Come se tutto andasse per forza sviscerato e capito.
E niente accettato semplicemente per quello che è.
Oppure affidato consciamente al regno del mistero, che poi è il sale della vita.
La notte appena passata ad esempio.
A un certo punto, saranno state le 2.30:
“Perché sei tornato a casa così tardi? Perché mi avevi detto ‘scendo a portare l’umido e torno’? Perché ti ho aspettato coccolosa sul divano per ore e ore? Perché non rispondevi al telefonino? Perché potrei ubriacarmi di birra solo a inalare il tuo respiro? Perché hai un sorriso ebete sulla faccia che si vede anche al buio? Perché mormoravi un nome che non era il mio? Perché...?”
Sta crescendo troppo in fretta.

domenica 8 settembre 2019

Gaffes

Post-piscina.
Spogliatoio maschi.
Fase lavaggio-asciugaggio-vestizione creatura.
Impegnativa ma tutto liscio.
Fino a quando Fede scorge il vicino di panca.
Lo indica e sbotta: "Signole ciccione!"
Avrei voluto sprofondare.
In millesimi di secondo a chiedermi dove avessi sbagliato, quali mancanze, che cattivi insegnamenti.
"Signore" a un giovane di neanche vent'anni.
Quando capita a me, oggi che ne ho quaranta, mi immalinconisco ancora di brutto.
Figuriamoci a un ragazzo di venti.
Gli ho chiesto scusa naturalmente.
E coll'esempio credo anche di aver educato mio figlio.
Riguadagnando in autostima.
Un piccolo passo per un bimbo, un grande passo per la paternità.

sabato 7 settembre 2019

Puffperbacco!

"Guarda che bravo!" - pensavo - "Ha finalmente cominciato a giocare da solo".
E lo vedevo far fare la lotta ai puffi, dando vita a duelli epici e risse concitate.
Come me 35 anni fa: stessi puffi stessi giochi da maschietti.
Poi un giorno guardo bene e vedo che anziché farli scazzottare li sta facendo accoppiare selvaggiamente tra loro e le risse altro non sono che orge dionisiache.
Con Gargamella che guarda (vecchio porco!) e Grande Puffo che dirige.
Nulla contro.
Sarò felice se sarà felice.
Mi sembra solo un po' prematuro.
Insomma, qualcuno ha una puffetta da prestarmi?

lunedì 2 settembre 2019

Bianco filamento

Ora che ho raddrizzato i denti sotto sono andato in fissa per lo spazio tra gli incisivi sopra.
Irene dice che è una fessurina, a me pare una voragine.
Ma l'altro giorno allo specchio ho notato che se ci lascio sospesa un po' di saliva a mo' di stucco la spazio scompare.
Questo significa non poter parlare ed evitare di inspirare per non deglutire il bianco filamento.
Perciò, se nei prossimi giorni mi metterò in vostro silenzioso ascolto con la bocca a culo di gallina e la faccia che si fa via via più paonazza è solo per guadagnare in apparenza.
E perdere in dignità.
La chiamano 'crisi dei quaranta'.
Ci sono dentro in pieno.