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mercoledì 20 giugno 2018

Penetteria

Pomeriggio sul tardi.
Poco prima della chiusura dei negozi.
Panetteria per un paio di michette per cena.
Prima del mio turno tocca a una signora in vena di doppi sensi con la commessa: "Ne vorrei uno lungo e duro".
Sgrano le orecchie e penso a una gaffe lessicale.
Il sorrisetto sulla faccia della signora mi smentisce.
Spero finisca lì.
Carico da 90 della commessa: "Lo preferisce scuro che dicono essere migliore?"
Dentro di me trasecolo: "Ehi, fermatevi! Sono qui! Sento tutto! Capisco per di più! Il vostro non è un codice linguistico precluso a noi maschietti, anzi! Mi imbarazzo! Chi vi conosce? Lei poi signora, magari nonna fuori dal negozio e volontaria all'oratorio nel tempo libero... Stop, please!"
"Non lo so... Ho paura mi riempia troppo... Lei lo ha provato?"
"Ok, giovane e assennata inserviente, conto su di te: hai la tua occasione per fermare questo gioco perverso. Ti scongiuro"
"Io no. Ma la mia collega ne va matta: da quando l'ha provato prende solo quello"
"Fai che non spunti la collega, fai che non spunti la collega"
"Sarà, ma mi fa un po' specie. Preferisco una cosa meno scura"
"Ah, razzista anche!"
"Mi faccia quello lì più piccolo che dovrebbe bastare. Sa, ne ho già preso uno stamattina"
È il momento di palesare la mia presenza e interrompere a voce alta la surreale conversazione: "A me invece uno molle che dura di più"
"Mi dispiace ma l'abbiamo finito"
"No, no, cos'ha capito? Come pane vorrei invece..."

mercoledì 13 giugno 2018

Non so pecché

Gita al lago.
Fede sempre più in fase “Pecché?” di qua “Pecché?” di là “Pecché?” su e “Pecché?” giù.
Improvviso risposte cercando di essere convincente.
Vedo di non esagerare con la fantasia e adduco perfino spiegazioni scientifiche laddove la memoria del liceo me lo consente.
“Pecché sasso cade in aqua?”
“Per la legge di gravitazione universale: esiste una forza che lo attira verso il basso”
“E pecché balca galegia?”
“Per il principio di Archimede: un corpo immerso in un fluido riceve da questo una spinta dal basso verso l'alto uguale al peso del fluido da esso spostato”
“E pecché gabiano ha pesse in bocca?”
“Uh, sempre più difficile, quasi filosofica… E' la catena alimentare... Vedi Fede, c’è una legge non scritta in natura che recita ‘mors tua vita mea’… In pratica ‘uccido per sopravvivere’”
“E pecché quel signole polta i sandali coi calsini bianchi?”
“…”
“Papi?”
“...”
“Papiii???”
“Mi dispiace Fede, ma il papi non ha una risposta per tutto”.

domenica 3 giugno 2018

Buon viaggio!

Quando la consistenza della pupu lo consente, io e Fede celebriamo una specie di rito funebre, un ultimo addio alla pappa che fu.
È pur sempre una parte di noi che se ne va.
In pratica riversiamo il contenuto del pannolino all'interno del water, ci disponiamo intorno alla tazza, tiriamo lo sciacquone e gridiamo "Buon viaggiooo!".
Ho infatti detto a Fede di non esser triste perché la pupu ci lascia per andarsene beatamente al mare.
Tempo fa, forse perché nervoso e invidioso, mi è scappato di salutare il petolotto galleggiante con un "Buon viaggio, stronzo!".
Non l'avessi mai fatto.
Da allora Fede saluta così tutti quelli che gli dicono di essere in partenza per il mare.