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sabato 21 dicembre 2019

Teoria dei quanti

"Pa', perché è così grosso al mattino?"
"Questione di ereditarietà"
"Capita anche a te?"
"Non solo al mattino"
"E come si sgonfia?"
"Lo scoprirai tra dieci anni"
"E tu?"
"Tra dieci anni sarà solo un ricordo"
"E la mamma?"
"A quel punto deciderà cosa fare"
"No, dico: alla mamma non diventa grosso?"
"Alla mamma manca"
"Davvero?"
"Non sai quanto"
"E allora come ho fatto a entrare nella sua pancia?"
"Un minuto scarso"
"Non ho chiesto quanto!"
"Dieci centimetri scarsi"
"Non capisco"
"Nemmeno io ma me ne sono fatto una ragione"
"Tu e la mamma vi volete bene?"
"Facciamo forza comune contro le avversità delle vita"
"Cioè?"
"Paghiamo le tasse insieme"
"Tu mi vuoi bene?"
"Tantissimissimo. E tu a me?"
"Meno"
"Ah..."
"No, esci dal bagno che adesso meno"
"Uau, precoce"
"Come te"
"Te l'ha detto la mamma?"
"Un minuto scarso"
"Non ho chiesto quanto".

venerdì 22 novembre 2019

Sfondare

Questa maglia me la autografò Ruud Gullit a Milanello nell’87.
Era da poco arrivato in Italia e prometteva già grandi cose.
Un dono per il piccolo Davide, allora tifoso sfegatato, che ai tempi prometteva già generiche cose.
Poi non ho sfondato.
Tranne un paio di volte al pub qualche anno dopo.
Ora io la consegno a te.
Augurandoti la stessa cosa.

Magari cambiando pub ché tuttora non mi ci fanno entrare.

domenica 20 ottobre 2019

Tatù per me

Mi sono accorto che Irene è più brava di me a ritagliarsi dei momenti per sé.
Che sia shopping, estetista, uscita con le amiche o birdwatching notturno nel bosco mi appioppa Federico e va. Senza troppi rimorsi o patemi.
Io no: mi sento in colpa solo a pensarlo.
Ieri pomeriggio la svolta: me ne sono fregato, ho appioppato io e mi sono dedicato a me stesso.
Ma non sapevo come.
Allora ho improvvisato questo sull’avambraccio sinistro.
Piace?
Premetto che non è ancora finito.

venerdì 11 ottobre 2019

Però so

Deludere (ancora) tuo figlio di tre anni e mezzo.
Montagna, fiume, greto, sassi.
A un certo punto un altro papà poco lontano mostra a suo figlio come far saltare un sasso più e più volte sulla superficie dell’acqua.
“Papi anche tu!!!” - mi incita Fede.
Non sono mai stato capace.
Al massimo due volte se beccavo in mare la schiena levigata di un bagnante.
“Vedi Fede, se tutti facessero così non rimarrebbero più ciottoli e questo sconvolgerebbe l’ecosistema del territorio. Il fiume strariperebbe, prati e strade si allagherebbero, i piranha divorerebbero le mucche...”
“Papi anche tu!!!”
Ci provo.
Plof.
Delusione sul volto di Fede.
Per me.
“Però so bere una birra non toccando praticamente la schiuma nella parte alta del bicchiere. Cioè, svuoto il bicchiere e lascio la schiuma ancora intatta sopra”.
Ammirazione sul volto di Fede.
Per l’altro.

mercoledì 25 settembre 2019

Dimostrazione

Un paio di settimane fa ho letto su una rivista scientifica un articolo secondo cui le patatine che stanno nella ciotolina-aperitivo del bar contengono un'elevata quantità di tracce di urina di persone che, dopo essere state in bagno, tornano al bancone senza aver lavato le mani.
Non ci volevo credere.
Mi sembrava il solito allarmismo da no-vax e terrapiattisti.
Per un appassionato di San Carlo unte e croccanti come me poi.
Ieri, visto che ero al bar, ho voluto sincerarmi di persona: sono andato alla toilette, ho fatto la pipì e senza lavare le mani son tornato al bancone a spizzicare.
Insomma, è vero.

giovedì 19 settembre 2019

In un'altalena sola

Niente può esprimere la solitudine dell'Uomo sulla Terra come l'espressione vacua di un padre che dopo tre ore di spinte all'altalena alla festa dell'oratorio cerca lo sguardo complice di un parente (fino al 7° grado) disponibile a dargli il cambio.
Niente.
Schiene che si girano, occhi che si abbassano, genealogie che si evirano.
Tutti pronti a cogliere le risate spensierate del figlio.
Nessuno che si accorge delle spinte via via più nervose del padre.
Gioia e dolore in un'altalena sola.

venerdì 13 settembre 2019

Quelli che

Memore dello scorso anno scolastico e all'inizio del nuovo, oggi ho concordato coi ragazzi i seguenti nuovi gironi dell'Inferno dantesco:
- quelli che entrano puntualmente un minuto dopo il suono della campana “perché, dai profe, la prima sigaretta della giornata va gustata lentamente” (girone di coloro che sanno ancora di omogeneizzato e già si incatramano il palato);
- quelli per cui la giustifica dell’assenza è un optional (girone dei tanto un domani strizzerò l’occhio al datore di lavoro e lui capirà);
- quelli che alla richiesta dei compiti rispondono “Profe, ho fatto tutto tranne...” segue elenco interminabile di cose non fatte (girone dei tanto vale dire: “Profe, sarò onesto con Lei, ieri pomeriggio, in un momento di social in down e di noia esistenziale, mi sono dedicato per un attimo a un esercizio”);
- quelli che di fronte all’errore ortografico di compito svolto sull’iPad rispondono: “È stato il correttore automatico” (girone di coloro che nella vita vera andranno in crisi causa mancanza di correttori automatici là fuori);
- quelli che durante i temi in classe chiedono ogni due per tre “Profe, un sinonimo di... e uno di... e questo è giusto scritto così?..” (girone dei dizionari da casa questi sconosciuti);
- quelli che copiano non so come ma non si degnano nemmeno di ritoccare la copiatura noticine di Wikipedia comprese (girone degli scaltri nonché scazzati);
- quelli che giocano il jolly in occasione delle interrogazioni (girone di coloro che chiedono anche una vocale, usano lo switch e invocano l’aiuto del bidello);
- quelli che erano volontari ma all’ultimo si tirano indietro gettando nel panico il resto della classe (girone degli infami);
- quelli che, se estratti, non escono perché “tanto non so nulla” (girone di coloro che non ci provano nemmeno);
- quelli che, se estratti, escono ma si arrampicano sui vetri in un modo che neanche Spiderman sull’Empire State (girone dei senza vergogna);
- quelli che spoilerano i finali di film, serie televisive e fumetti (girone di coloro che non spoilerano i finali dei libri perché chi ci è mai arrivato al finale di un libro);
- quelli che si fanno prestare oggettistica varia di cancelleria (biro, fogli, gomme, quaderni, righelli, sbianchetti) e non restituiscono mai nulla (girone di coloro che a fine anno potrebbero benissimo aprire una cartolibreria);
- quelli che intervengono ad minchiam interrompendo la spiegazione, esempio: “Profe, a proposito di Dante, ha visto ieri l’Atalanta?” (girone degli opportuni, dei pertinenti e dei ‘Magica Dea sempre!”);
- quelli che ripetono “Bella zio!” per più di diciassette volte in una mattinata scolastica (girone dei poveri di lessico);
- quelli che argomentano come fossero su un social, cioè per sentito dire, emulazione, credulità, frasi fatte e luoghi comuni (girone dei poveri di spirito);
- quelli che usano in una stessa frase per più di 5 volte la parola ‘coso’ e derivati, esempio: “Prof, coso non mi ha passato la cosa, quindi non ho potuto cosare le cose, altrimenti le avrei cosate di sicuro” (coso dei cosi).

giovedì 12 settembre 2019

Primo giorno

“Buongiornooo”
“‘Giorno”
“Ehi, cos’è ‘sto tono? Oggi è un giorno bello perché ricomincia scuola”
“Non ho voglia”
“Ma sì, dai! Bimbi, maestre, bidelle. Tutti!”
“E le mamme?”
“Anche le mamme, certo!”
“Uhmmm... Non mi interessa lo stesso”
“Ritrovarsi, raccontare l’estate, ridere, crescere insieme”
“Chissenefrega!”
“Ehi, le parole!”
“Voglio rimanere a casa!”
“Eh no, hai riposato abbastanza. Basta tablet e televisione, ora un po’ di regoline e impegno”
“Non vogliooo!”
“‘Non voglio’ non esiste! Dai che è tardi!”
“Nooooooo”
“Papi, niente capricci: accompagnami all’asilo e poi fila a scuola!”

mercoledì 11 settembre 2019

?

Ora siamo alla fase dei “Perché?” all’ennesima potenza.
Perché questo, perché quello, perché sempre.
All’improvviso, di continuo, per cose che fino al giorno prima non avevano bisogno di spiegazioni.
Come se tutto andasse per forza sviscerato e capito.
E niente accettato semplicemente per quello che è.
Oppure affidato consciamente al regno del mistero, che poi è il sale della vita.
La notte appena passata ad esempio.
A un certo punto, saranno state le 2.30:
“Perché sei tornato a casa così tardi? Perché mi avevi detto ‘scendo a portare l’umido e torno’? Perché ti ho aspettato coccolosa sul divano per ore e ore? Perché non rispondevi al telefonino? Perché potrei ubriacarmi di birra solo a inalare il tuo respiro? Perché hai un sorriso ebete sulla faccia che si vede anche al buio? Perché mormoravi un nome che non era il mio? Perché...?”
Sta crescendo troppo in fretta.

domenica 8 settembre 2019

Gaffes

Post-piscina.
Spogliatoio maschi.
Fase lavaggio-asciugaggio-vestizione creatura.
Impegnativa ma tutto liscio.
Fino a quando Fede scorge il vicino di panca.
Lo indica e sbotta: "Signole ciccione!"
Avrei voluto sprofondare.
In millesimi di secondo a chiedermi dove avessi sbagliato, quali mancanze, che cattivi insegnamenti.
"Signore" a un giovane di neanche vent'anni.
Quando capita a me, oggi che ne ho quaranta, mi immalinconisco ancora di brutto.
Figuriamoci a un ragazzo di venti.
Gli ho chiesto scusa naturalmente.
E coll'esempio credo anche di aver educato mio figlio.
Riguadagnando in autostima.
Un piccolo passo per un bimbo, un grande passo per la paternità.

sabato 7 settembre 2019

Puffperbacco!

"Guarda che bravo!" - pensavo - "Ha finalmente cominciato a giocare da solo".
E lo vedevo far fare la lotta ai puffi, dando vita a duelli epici e risse concitate.
Come me 35 anni fa: stessi puffi stessi giochi da maschietti.
Poi un giorno guardo bene e vedo che anziché farli scazzottare li sta facendo accoppiare selvaggiamente tra loro e le risse altro non sono che orge dionisiache.
Con Gargamella che guarda (vecchio porco!) e Grande Puffo che dirige.
Nulla contro.
Sarò felice se sarà felice.
Mi sembra solo un po' prematuro.
Insomma, qualcuno ha una puffetta da prestarmi?

lunedì 2 settembre 2019

Bianco filamento

Ora che ho raddrizzato i denti sotto sono andato in fissa per lo spazio tra gli incisivi sopra.
Irene dice che è una fessurina, a me pare una voragine.
Ma l'altro giorno allo specchio ho notato che se ci lascio sospesa un po' di saliva a mo' di stucco la spazio scompare.
Questo significa non poter parlare ed evitare di inspirare per non deglutire il bianco filamento.
Perciò, se nei prossimi giorni mi metterò in vostro silenzioso ascolto con la bocca a culo di gallina e la faccia che si fa via via più paonazza è solo per guadagnare in apparenza.
E perdere in dignità.
La chiamano 'crisi dei quaranta'.
Ci sono dentro in pieno.

giovedì 29 agosto 2019

Lapsus in fabula

"Quella sulla 'donna della mia vite' non mi era piaciuta proprio"
"Lo so, è da una settimana che tieni il muso e saluti in malo modo. Possiamo tornare a darci la buona giornata da bravi cristiani?"
"Ok, però tu non dire più che bevi a causa mia"
"Promesso. Ora posso andare al lavoro più sereno. Ciao Amaro..."
"Scusa?"
"Amore, volevo dire Amore"
"Vaffanculo".

martedì 27 agosto 2019

Estremi saluti

I saluti sono un momento importante di ogni relazione, forse IL momento importante.
Soprattutto se definitivi.
Tipo quelli di fine-vacanze in spiaggia.
In Liguria poi.
Ultranovantenni tutt'intorno.
Io, con in braccio Fede, raccolgo giochi sparsi da sotto la sdraio.
"Allora ve ne andate?"
"Sì, partiamo tra poco"
"All'anno prossimo allora!"
"Non credo"
"Ah, non tornerete?"
"Noi sì".

lunedì 26 agosto 2019

Lo scherzo è bello

Poco fa in spiaggia ho assistito allo scherzo del secolo.
Spoilero subito che gli amici del malcapitato erano tutti d'accordo e fingevano stupore tanto quanto il malcapitato al momento degli eventi.
Che sono i seguenti: un bimbo intorno ai 5-6 anni corre verso una compagnia di vitelloni da battigia, del tipo sciupafemmine abbronzati sulla quarantina. Il bimbo si dirige verso uno di loro e comincia a urlare "Papà! Papà!". Si getta al collo della vittima e lo abbraccia. Segue sguardo stupito della vittima. Segue ragazza sulla trentina che raggiunge il bimbo alle spalle e dice allo sciupa: "Ciao Luca, ti ricordi di me? Saran passati sei anni...". Istanti di silenzio elettrico e poi uno della compa, quello che riesce meno a trattenersi, scoppia in una risata ienesca che finisce col contagiare tutti.
Guardo Irene mentre sorrido solcato da un rivolo di sudore: "Non è che a te ha preso la mano e stai tirando avanti lo scherzo da tre anni e mezzo, vero?"

mercoledì 21 agosto 2019

Ancora un attimo

Qualcuno deve aver detto a Irene di Ibiza (premio Infame estate 2019).
Ora siamo al mare insieme e non si fida più.
E ricorre a Federico per sgamarmi.
Al suo infantile candore nel dire sempre la verità.
Me lo appiccica addosso tutto il tempo così da poterlo poi interrogare.
"Dove siete stati? Con chi? Cosa ha fatto papà? Ha detto qualcosa?"
Tocca ricorrere a mezzucci per sfangarla.
Tipo portare Fede a vedere anziani che giocano a bocce in spiaggia poco lontano da una milfona in generoso topless.
"Dove siete stati?"
"Al male a vedele nonni giocale"
"Con chi?"
"Io e papi"
"Cosa ha fatto papà?"
"Niente. Guadava bocce"
"Ha detto qualcosa?"
"'Ancora un attimo' anche se paltita finita da tanto"

martedì 20 agosto 2019

Prendiii il codinooo!

Al settimo giro di giostra non ce l'ho fatta più e l'istinto paterno ha preso il sopravvento.
Ho strappato io il codino dal pupazzetto svolazzante e ho trasformato il singhiozzare di Federico in sorriso di pura gioia.
Pianti degli altri bimbi intorno, sguardi di disapprovazione degli adulti, Irene che finge di non conoscermi, la tizia dentro lo stabbiotto che al microfono dice: "Così non si fa. Bambini non imparate da quel signore".
Viaggio di ritorno a casa in assordante silenzio: Federico addormentato, Irene muta e torva, io rimuginoso su quanto successo.
"Che non mi sappia controllare? Che sia quel tipo di papà che a bordo campo insulta l'arbitro e fa rissa pur di difendere il figlio?"
Tra tanti dubbi la consolazione notturna: Fede, di solito avvinghiato alla mamma, rotola nel letto verso di me e bofonchia nel sonno "Papi".
Oggi in spiaggia boccette truccate per farlo vincere (basta appesantirle con un po' d'acqua per renderle imperturbabili al vento) e biglie degli altri manomesse per farli perdere (basta rigarne la superficie per aumentare l'attrito con la sabbia).
"Papi".

lunedì 19 agosto 2019

Complicidad

Stamattina Irene e Fede sono partiti per il mare.
Li ho salutati con le lacrime trattenute e la voce rotta: “Già mi mancate. Tempo di sistemare alcune cose di casa e venerdì vi raggiungo”.
Poi ho chiuso la porta e ho prenotato un last minute per Ibiza.
Torno giovedì sera.
Le piante dovrebbero resistere per quattro giorni.
Il gatto anche.
Quando mi chiamerà al telefono, dirò che quello di sottofondo è il rumore del mare su Spotify per sentirli più vicini. Seguirà mio selfie in primo piano con tanto di broncio e naso ustionato.
Se in discoteca, farò segno al deejay di abbassare come concordato a inizio nottata.
Lo scrivo qua perché tanto Irene non legge il mio blog.
E perché voi, in sua futura presenza, non facciate qualche gaffe mettendomi in difficoltà.
Gracias por la complicidad ;-)

lunedì 5 agosto 2019

In debito

Consegna dei diplomi.
Momento informale dopo la cerimonia ufficiale.
Capannelli di persone, risate, relax.
Dopo giorni di ansie e prestazioni, finalmente un po' di leggerezza.
E di sincerità.
"Proffe, posso disturbarla un attimo?"
"Figurati! Allora, soddisfatto?"
"Sì, molto"
"Bene, spero di aver contribuito in qualche modo"
"Le sono debitore"
"Adesso, non esageriamo..."
"Ma anche Lei lo è"
"Se intendi che ogni docente cresce insieme ai propri studenti, indubbiamente..."
"Intendo i 10 euro che le avevo prestato un giorno per la benzina"
"Urco, sicuro?"
"Era il 26 marzo"
"Anche la data!"
"Del 2016"
"Anche l'anno! Strano, con la memoria non sei mai stato forte. Infatti anche all'orale dell'esame..."
"Quindi?"
"Tieni"
"Grazie. Se e quando dovesse aver bisogno, conti su di me"
"Vedo altri tuoi compagni che vogliono salutarmi. Dovrei ricordarmi qualcosa?"
"Non lo so, con la memoria non sono mai stato forte"

mercoledì 10 luglio 2019

Lambrusco risveglio

"Auguri, donna della mia vite!"
"Graz... 'Vita' vorrai dire?"
"No, no: 'vite', donna della mia 'vite'"
"In che senso?"
"Che sei il motivo per cui bevo"
"Vaffanculo"
"Buona giornata anche a te".

domenica 7 luglio 2019

Giro di giostra

Ieri, dopo una ventina e passa d'anni, sono tornato alle giostre di Treviglio per la felicità di Fede e delle nipotine.
Considerazioni non richieste:
- si succedono i secoli ma la musica no: da "Luna" di Gianni Togni a "Rock 'n Rollin" di Scialpi il tempo si è fermato;
- non si capisce se è la gente a mangiare le frittelle o il contrario (peso specifico pari all'uranio impoverito);
- umanità varia di adolescenti impomatati e mamme inzoccolate (mentre il papà litiga con il pungiball meccanico);
- i giostrai specie a parte: come vivono davvero? Cosa fanno nel tempo libero? Sono felici?;
- solita compravendita in nero dei gettoni degli autoscontri;
- maschi in branchi a bordo pista, femmine mille vasche intorno per suscitarne il grugnito;
- vago sentore di rissa che aleggia nell'aria insieme all'acre odore di zucchero filato dell'anno prima;
- giretto rassicurante delle forze dell'ordine che sostano puntuali davanti al baracchino di quella con le bocce dei pesci rossi (più per le bocce, penso, che per i pesci rossi);
- il fumo è sempre un pacco.

mercoledì 3 luglio 2019

La mia battaglia

Ultimamente tengo sul comodino il “Mein Kampf” di Adolf Hitler.
Non esattamente il massimo delle letture concilianti prima di addormentarsi.
Lo faccio per ragioni di lavoro.
Dovendo insegnare quel parto sciagurato della mente umana che è stato il Nazismo, ho pensato di andare direttamente alla fonte per capirne un po’ di più e parlarne con maggiore consapevolezza.
In copertina campeggia l’immagine del Führer in uno dei suoi discorsi sputacchianti saliva e livore.
Ogni volta che ripongo il libro, mi viene naturale girarmi dall’altra parte pur di non immaginare quello sguardo allucinato fisso su di me tutta notte.
Dall’altra parte, al buio, incontro gli occhi muti e iniettati di Irene che digrigna i denti ancor arrabbiata per non so più cosa di qualche ora prima.
Allora torno a voltarmi verso il Führer e auguro lui la buonanotte.

mercoledì 26 giugno 2019

Esotismo + erotismo = esoterismo

Quello nella foto è un apribottiglie esotico regalo di amici dopo un viaggio ai Caraibi.
Uno stappatappi a forma di pene nel caso la foto non rendesse giustizia.
Messo nel cassetto delle posate con la promessa di trovargli presto un’ubicazione meno imbarazzante, in quel posto è rimasto fino a ieri sera.
Fino a quando abbiamo avuto ospiti le nipotine.
La più grande, 10 anni, a un certo punto vorrebbe tanto stappare la bottiglietta della Coca-Cola.
“Come faccio?”
“Apri lì e troverai ciò che ti serve”
Torno a farmi i fatti miei ma un silenzio inusuale prende il sopravvento.
Mi volto e vedo la nipotina immobile di fronte al cassetto aperto.
“Zio... cos’è?”
Mi avvicino.
Penso a un insetto, a una burla, a non so cosa.
Invece solleva piano piano il ditino e indica perplessa il fallico oggetto.
Pure le altre bimbe si approssimano.
Anche Irene: “Che succ...”
Io e lei ci guardiamo e cerchiamo di comunicarci telepaticamente il da dirsi.
Irene racconterà poi di aver visto all’improvviso un ghigno sul mio volto e di aver scongiurato dentro di sé “Ti prego no, ti prego no, ti prego no!”
“Non so come sia finito qua dal cassetto della zia in camera”
Occhiata assassina di Irene.
“Sì, ma a cosa serve?”
“Quale estremità intendi?”
“Quella!”
“Oh, quella serve a liberare dal contenitore il liquido contenuto”
“E l’altra?”
“Ad aprire bottiglie”.

Ho dormito sul divano.

venerdì 21 giugno 2019

PuttUNESCO

"Profe, perché dobbiamo studiare?"
"Scusa?"
"Perché dobbiamo studiare se poi uno come Lino Banfi finisce all'Unesco?"
"..."
"Profeee?"
"Perché... Per... Per allargare gli orizzonti della propria mente..."
"Profeeeee?"
"Ok, avete ragione... Chiudete il libro e ripetete insieme a me: Porca püttena!"
"PORCA PÜTTENA!"
"Oh Madonna Benedetta dell'Incoròneta!"
"OH MADONNA BENEDETTA..."

martedì 28 maggio 2019

Primi segni

Primi disegni all'asilo.
La maestra dà il tema: "Il posto da cui vengo".
Tutti i bimbi disegnano la propria casetta con la porta e le finestrelle colorate, con il fumo che esce dal camino e con il cagnolino che scodinzola in giardino.
Fede disegna questo.

martedì 14 maggio 2019

'S' come Scesso

Proseguono le difficoltà di Fede con la 's'.
Cerco sempre di correggerlo, almeno per risparmiare sul logopedista.
Tranne quando si presenta qualcuno alla porta.
Fede è abituato, prima di entrare, a pulirsi le scarpine per non portare dentro lo sporco.
Quando è qualcun altro a varcare la soglia, che sia il postino, la vicina o quello della Bartolini, Fede chiede sempre "Scei porco?", "Scei porca?".
Potrei correggerlo per dissipare l'allusione sessuale e levare l'ospite dall'imbarazzo. Quindi non lo faccio.
Gli avventori maschi ridono, le donne meno.
Qualcuna strabuzza, qualcun'altra arrossisce, poche rispondono "Sì!".
Quest'ultime sono le benvenute.

sabato 4 maggio 2019

Ogni maledetta domenica di Pasqua

Ogni Pasqua in quel di Branzi, alta Val Brembana, mio suocero mi invita a una camminata prima di pranzo mentre le donne finiscono di preparare la tavola.
"Fortunato ad aver trovato mia figlia..."
Quindi sospira e mi porta nei boschi con la scusa dei funghi.
Lungi da me fargli notare che non è stagione.
Ogni anno accelera il passo, svolta all'improvviso dietro un albero e lascia che sia il mio precario senso dell'orientamento a ricondurmi a casa.
Ogni anno mi chiedo se sia colpa della mia lentezza o se il suocero faccia apposta a seminarmi.
Ogni anno il dubbio si scioglie quando, affacciatomi ansimante e infangato sulla soglia di casa verso l'ora del panettone, mio suocero sbuffa: "Aggiungete un piatto".

mercoledì 24 aprile 2019

Greatest Hots

Stamattina, causa macchina in panne, mi ha dato un passaggio al lavoro la vicina di casa cinquantenne e premurosa.
"Ne approfitti!".
"Grazie mille, gentilissima".
Fino ad allora saluti di cortesia, "Ha per caso un uovo da prestarmi?" e nulla più.
Viaggio piacevole, guida sicura e cd assortiti nell'apposito scompartimento della portiera.
Dimmi cosa ascolti e ti dirò chi sei.
Un po' di Cutugno, diversi Festivalbar, un sorprendente Led Zeppelin III.
E poi "Rocco'n Roll": antologia dei migliori gemiti di Rocco Siffredi dai primi video amatoriali agli ultimi colossal porniwoodiani.
Un greatest hots praticamente.
Forse uno scherzo delle amiche del tè delle 5. Il loro modo burlone di dire "Benvenuta nella menopausa!". Boh.
Fatto sta che avrei voluto infilare di nascosto il cd nel lettore per cantare insieme "Petting on the dock of the bay" (traccia numero 7).
Oppure dire che le avrei fatto avere la mia audiocassetta sony di stonati sfoghi adolescenziali.
Prima di scendere mi sono limitato a indicarle il cd e strizzarle l'occhio: "Immagino gli assoli...".
L'ho vista arrossire quell'attimo.
Poi ho ripensato al "Ne approfitti!" di inizio viaggio.
Mi son visto arrossire quell'attimo.

giovedì 18 aprile 2019

Nomignoli

Promemoria per i papà che saranno.
Mai portare all’asilo il proprio bimbo e salutarlo davanti a tutti col nomignolo con cui normalmente lo chiamate in casa.
Tipo ‘Patato’.
Come ho fatto io ieri.
Gli altri bambini potrebbero prenderlo in giro in ragione di quell’epiteto tanto affettuoso tra le mura domestiche quanto ridicolo coi pari età: “Ahahah patato! Patatinooo! Patatosooo!”
Vostro figlio tornerà a casa con gli occhi ancora gonfi di lacrime e il ditino puntato: “Tutta colpa tua!”
Oggi ho rimediato.
Al momento del saluto ho detto ad alta voce: “Ciao Dotato! Ci vediamo più tardi, DOTATO! Hai capito, DOTATOOO?”
Ho visto gli altri bimbi confabulare e cominciare a guardarlo con occhi diversi.
Anche la maestra.

venerdì 12 aprile 2019

Lovstori

Amore vuol dire essere abbracciati sul divano in attesa dell'abbiocco e suggellare l'idillio con un leggero rigurgito di polenta e verze e ricordare, complici gli afrori espansisi nell'aere, il pranzo di qualche ora prima a giocare con la forchetta a rubarsi il cotechino dal piatto e gli sguardi maliziosi e i sorrisi divertiti come quella prima volta in osteria a Zambla.
Quindi, cara Irene, ringraziami invece di maledirmi.
Ringraziami perché anche un rutto parla di noi.
Amore vuol dire non dover mai dire "Non ho digerito".

sabato 23 marzo 2019

Io sono qui?

Treno per Bergamo.
Una vita che non lo prendo.
Di fronte a me una scena triste, al limite dell'incivile.
Due punkabbestia insultano e spintonano un anziano controllore per il solo fatto di aver chiesto loro i biglietti.
Nessuno che interviene (e il vagone è abbastanza affollato), tutti zitti, sguardi bassi sul cellulare.
E sì che sono solo due, e sì che hanno torto marcio.
Ognuno semplicemente preferisce ignorare e continua a digitarsi i fatti propri.
Anche adesso che sto scrivendo al volo questo post prevale l'omertà.
È la vittoria della barbarie individualista sul senso di comunità.
Dove andremo a finire non so.
Adesso lo cerco su Google Maps.

venerdì 1 marzo 2019

K.o.ala

Da quando sono padre sempre meno esco a far bisboccia.
Una massimo due volte all'anno.
Se capita, rientro a casa brillo e in preda ai sensi di colpa.
Forse in preda ai sensi di colpa perché brillo.
Forse brillo perché in preda ai sensi di colpa.
Tempo sottratto a mio figlio, a giocare con lui, a vederlo crescere.
Fatto sta che, tornato a casa, mi accartoccio ancora vestito attorno alla sagoma dormiente di Federico e lo stringo a me.
Quanto basta per avvertirne il morbido contatto senza svegliarlo.
Un abbraccio riparatore per chiedergli perdono delle mie manchevolezze.
Io avvolgente, lui impassibile.
Quasi distaccato.
Mi risveglio il mattino dopo avvinghiato al grosso koala di peluche al centro della stanza.
Fede si muove intorno col bastone dello swiffer a pungolarmi come si farebbe con la carcassa di un animale morto.
Irene sulla sfondo oscilla sconsolata la testa.
Io muovo solo le pupille come un camaleonte cercando di capire cosa sia successo.
Rinuncio per emicrania da domande senza risposta.
Richiudo gli occhi.
Non prima di essermi ripromesso nuovamente 'Mai più'.
Mi alzerò dal pavimento solo un paio di ore dopo.
Nessuno in casa.
Solo il koala di peluche a farmi compagnia.
Mi propone di bere l'ultima.
Nessuno mi capisce.

mercoledì 13 febbraio 2019

Staffetta

Stamattina Fede ha avuto il primo durello della sua vita.
Ho provato tanta tenerezza.
"Papi, pecchè?"
"Perché è normale per un maschietto"
"E pecchè te no?"
Ho provato tanta amarezza.

lunedì 4 febbraio 2019

Pipìveri e papere

Un padre deve predicare bene e razzolare uguale.
Deve fare da modello.
Quindi, se dice che non si fa pipì nella vasca, deve esimersi dal fare la pipì nella vasca quando fa il bagno col figlio.
In mare camuffi, nella tinozza no.
Il giallo paglierino è inconfondibile.
L’espressione ebete altrettanto.
Ma un padre (si) deve trattenere.
Anche se all’improvviso scappa forte forte.
Anche se il rubinetto scrosciante stimola la diuresi.
Anche se.
Ma non è facile.
Perché l’età avanza e la prostata protesta.
Uscire, asciugarsi per non sgocciolare ed evacuare compostamente nella tazza implicano una flemma che è degli asceti e non degli incontinenti.
Allora la soluzione è contraddirsi senza farsi beccare: restare a mollo, anzi inabissarsi leggermente, prendere la paperella che se la galleggia beata, avvicinare il becco spalancato al prepuzio e con nonchalance colmare d’urina il pennuto.
E fa niente se il figlio finto distratto un giorno scriverà nel tema che il papà si fa praticare la fellatio da palmipedi di plastica.

martedì 29 gennaio 2019

Senza tetto

Federico non riesce a pronunciare la ‘s’.
Dice ‘t’.
Per cui per lui il pesciolino rosso è il ‘petciolino rotto’.
Fino a ‘petciolino’ ci arrivo.
Ma ogni volta a chiedermi cosa intenda per ‘rotto’?
Sta semplicemente constatando il colore o mi sta dicendo che il pesciolino nella boccia è inerte, boccheggiante, praticamente immobile?
L’equivoco genera confusione e inutili allarmismi.
Nel caso in particolare e nella vita in generale.
Per questo l’altro giorno l’ho obbligato a pronunciare la ‘s’.
Invano.
Allarmato, gli ho fatto un esempio.
Di quelli significativi che convincono e sbloccano.
“Un conto è dire a una ragazza ‘Voglio fare sesso con te!’, un altro uscirsene con ‘Voglio fare tetto con te!’. Capace che capisce che vuoi mettere su casa con lei, famiglia, progetti, sogni, fantasticherie varie ed eventuali. Mentre tu desideri solo divertirti, vuoi fartela, vuoi sco... A proposito: prova a dire...”.
Saettante mi ha scosso lo schiaffo di Irene, una sventola sibilante, una sberla da svenire.
Cui si è sommata la sentenza: “Per un po’ niente tetto”.
Chi mi ospita?

mercoledì 16 gennaio 2019

Dignità

Ieri sera, per la prima volta in quarant’anni, una ragazza mi ha chiesto di uscire.
Molto più giovane di me tra l’altro.
Niente ammiccamenti o sottintesi del tipo “Dai che hai capito...”.
No, no, diretta: mi ha chiesto esplicitamente di uscire.
Oddio, avevo notato che mi teneva gli occhi addosso da almeno un paio d’ore.
Son comunque cascato dalle nuvole quando all’alba dell’alba mi ha detto che doveva proprio chiudere il locale ed era ora che me ne andassi, che mi staccassi dal bancone, che cambiassi aria.
Mi ha invitato ad uscire insomma.
Ma ho farfugliamente rifiutato.
Perché ho una famiglia.
E anche una dignità.

mercoledì 9 gennaio 2019

Melius abundare

Al rientro dalle vacanze natalizie, uno studente ha pensato bene di salutarmi così: “Bella, prof! Mangiucchiato eh? Oh, quanti kiletti mi ha messo su? Direi 3 tutti”.
Interrogato seduta stante, anzi inpiedata stante, neanche il tempo di raggiungere il posto e togliersi giacca e zaino.
Esito: 3, quanto i supposti chiletti messi su.
Avesse buttato lì un 4-5kg, avrebbe avuto 4 o 5 sul registro.
6kg addirittura la sufficienza.
Classico esempio in cui se vuoi fare il simpa della compa, tanto vale esagerare.
Melius abundare quam deficere.
Lezione della giornata.
Infatti poi non ho nemmeno spiegato.
Due ore a massaggiarmi l’adipe.

venerdì 4 gennaio 2019

Lavaggio a tre

Tempo fa scrissi di una macchina appannata all'interno nel parcheggio davanti casa che mi dava il ritmo al momento del lavaggio dei piatti serale.
Una specie di voyeurismo profumato Nelsen.
Ecco, da qualche sera le cose sono cambiate: la macchina è la stessa ma il dondolio non è più quello.
Lo so perché mi sento scoordinato nella pulizia delle stoviglie e lo dimostra il fatto che le padelle restano meno sgrassate.
Ipotesi:
- mi hanno visto (guardoni!) e lo fanno apposta (burloni!);
- non mi hanno visto e dopo mesi hanno cambiato posizione;
- è cambiato uno dei due partner e di conseguenza il modo di fare all’amore;
- sono cambiati entrambi i partner pur essendo la macchina la stessa (buffa coincidenza tuttavia non escludibile).
Fatto sta che io non riesco ad adeguarmi e Irene ha preso a lamentarsi dei residui tra i rebbi delle forchette.
Devo indagare.
Stasera, all’ora solita, porterò a spasso il cane che non ho e mi avvicinerò all'abitacolo per capirne di più.
Se poi la cosa mi dovesse intrigare, vorrà dire che per un po' i piatti sporchi si accumuleranno nel lavello.

giovedì 3 gennaio 2019

Lemon Free

Una delle prime ragazze con cui limonai aveva l'apparecchio ai denti.
Sensazione tra il fastidioso e il perverso.
La perversione stava in quel retrogusto misto saliva-sangue.
Il sangue era frutto dello sfregamento voluttuoso della mia lingua contro le affilate piastrine metalliche degli incisivi di lei.
Due settimane fa ho messo l'apparecchio per sistemare un paio di denti.
L'ho messo all'interno della bocca, non visibile all'esterno, perché la conformazione dell'arcata inferiore me lo consentiva.
Da due settimane passo interminabili momenti a sfregare la lingua contro le piastrine interne.
Forse il ricordo della gioventù, forse il richiamo della perversione che fu, forse la rimembranza di lei, fatto sta che, anche in pieno giorno e in presenza d'altri, mi perdo all'improvviso a limonare con me stesso.
Fino a quando qualcuno mi riporta alla realtà: "Profe!?! Profeee! È suonata!!!".

mercoledì 2 gennaio 2019

Si sta

Si sta
come d'inverno
a cipolla
le maglie.

Ed è subito vicks vaporub.