Mio figlio:
- si fa rincorrere come un forsennato, va a sbattere, si fa acciuffare e poi fissa con un sorriso divertito;
- dopo aver fatto la cacca affonda le mani nel water per cercare non so cosa cascatogli dentro;
- lancia oggetti contundenti alle proprie spalle e poi si gira per vedere soddisfatto l'effetto che ha fatto;
- va in stand-by con sorriso estasiato e occhio da triglia se parte in sottofondo 'Perfect day' di Lou Reed;
- si risveglia nel letto imbrattato di pupu e si rivoltola le lenzuola addosso;
- nel tempo libero ama farsi portare in stazione a vedere i treni che passano;
- se gli chiedo il perché della birichinata appena compiuta mi risponde: "Tlanqui papi, un giorno diventerò esattamente come te: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l’apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d’ufficio, bravo a golf, l’auto lavata, tanti maglioni, Natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai".
Uhm... Forse non dovevo fargli vedere Trainspotting quando ancora nel pancione.
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Forse ho esagerato con le palle di neve. Mi son fatto prendere la mano. Però aveva cominciato lui.
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A vent'anni scendevo in strada per cambiare il mondo. A quaranta mi abbasso a raccogliere il pongo.
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