Adesso siamo nella fase “perché?, anzi “pecché?”.“Pecché questo?”, “Pecché quello?”, “Pecché così e non cosà?”.
È l’ingenuo desiderio di capire le ragioni di ogni cosa; è il candido stupore di fronte ai meccanismi che governano il mondo.
Ed ogni volta è la mia cocciuta incapacità di dare una risposta alle sue domande, dalle più semplici alle più complicate.
La scorsa notte, in piena notte, non ho fatto in tempo a mettere piede in camera che mi son sentito chiedere: “Pecché (alla calabrese) sei rientrato così tardi quando mi avevi detto che scendevi giusto un attimo a portare fuori l’umido?”.
E anche in quell’occasione non ho saputo cosa risponderle (anche pecché avrei biascicato parecchio).
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