Mi piace l'autunno.
Mi piace perché mi ricorda la caducità delle cose.
Mi riporta alla cruda e non per forza frenetica realtà.
La luce che stinge, gli alberi che congedano le foglie, le rogge che alitano condensa.
Mi piace andare al lavoro e sapere prima o poi di incontrare, in pausa dalla transumanza, il gregge di pecore nel prato incolto a bordo strada.
Succede ogni anno e ogni anno l'evento mi concilia.
Non è che l'attenda, semplicemente a un certo punto accade.E infatti all'improvviso eccole lì.
Io in auto già in ritardo, loro sdraiate belanti e pasciute.
Mi piace sapere che vengono da lontano e vanno lontano.
Senza stress, senza urgenza, senza doveri incombenti.
Mi piace quando la natura ricorda a noi umani indaffarati la placida scansione dell'esistenza.
Mi piace meno quando 'ste stronze portamicrobi e cagabagole decidono di attraversare la strada proprio mentre passo io.
Scansatevi maledette: in ritardo, sono in ritardooo!
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A vent'anni scendevo in strada per cambiare il mondo. A quaranta mi abbasso a raccogliere il pongo.
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