Ieri, dopo una ventina e passa d'anni, sono tornato alle giostre di Treviglio per la felicità di Fede e delle nipotine.Considerazioni non richieste:
- si succedono i secoli ma la musica no: da "Luna" di Gianni Togni a "Rock 'n Rollin" di Scialpi il tempo si è fermato;
- non si capisce se è la gente a mangiare le frittelle o il contrario (peso specifico pari all'uranio impoverito);
- umanità varia di adolescenti impomatati e mamme inzoccolate (mentre il papà litiga con il pungiball meccanico);
- i giostrai specie a parte: come vivono davvero? Cosa fanno nel tempo libero? Sono felici?;
- solita compravendita in nero dei gettoni degli autoscontri;
- maschi in branchi a bordo pista, femmine mille vasche intorno per suscitarne il grugnito;
- vago sentore di rissa che aleggia nell'aria insieme all'acre odore di zucchero filato dell'anno prima;
- giretto rassicurante delle forze dell'ordine che sostano puntuali davanti al baracchino di quella con le bocce dei pesci rossi (più per le bocce, penso, che per i pesci rossi);
- il fumo è sempre un pacco.
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A vent'anni scendevo in strada per cambiare il mondo. A quaranta mi abbasso a raccogliere il pongo.
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