Al settimo giro di giostra non ce l'ho fatta più e l'istinto paterno ha preso il sopravvento.Ho strappato io il codino dal pupazzetto svolazzante e ho trasformato il singhiozzare di Federico in sorriso di pura gioia.
Pianti degli altri bimbi intorno, sguardi di disapprovazione degli adulti, Irene che finge di non conoscermi, la tizia dentro lo stabbiotto che al microfono dice: "Così non si fa. Bambini non imparate da quel signore".
Viaggio di ritorno a casa in assordante silenzio: Federico addormentato, Irene muta e torva, io rimuginoso su quanto successo.
"Che non mi sappia controllare? Che sia quel tipo di papà che a bordo campo insulta l'arbitro e fa rissa pur di difendere il figlio?"
Tra tanti dubbi la consolazione notturna: Fede, di solito avvinghiato alla mamma, rotola nel letto verso di me e bofonchia nel sonno "Papi".
Oggi in spiaggia boccette truccate per farlo vincere (basta appesantirle con un po' d'acqua per renderle imperturbabili al vento) e biglie degli altri manomesse per farli perdere (basta rigarne la superficie per aumentare l'attrito con la sabbia).
"Papi".
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A vent'anni scendevo in strada per cambiare il mondo. A quaranta mi abbasso a raccogliere il pongo.
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