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giovedì 21 gennaio 2021

Alla fine delle parole


Parole che lasciano senza parole.
Non quelle incoscienti-rancorose di un Trump o capricciose-narcisistiche di un Renzi.
Quelle spiazzanti-immaginifiche di un bambino.
Ieri.
Solito gioco della lotta sul letto tra me e Fede.
Ci inventiamo di essere dei mostri con tanto di nome buffo e caratteristiche (superpoteri, armi nascoste, luogo di provenienza...).
Tutto questo mentre lottiamo: calcio volante, “Io mi chiamo Buzzurko”, pugno rotante, “Io invece mi chiamo Slimonoz”, testata devastante, “Io ho il potere di trasformarti in ghiaccio”, morso lancinante, “E io ho il potere...’ eccetera eccetera eccetera.
Arriviamo al luogo di provenienza.
Butto lì: “Io vivo nella terra delle stalattiti giganti”
E lui: “E io vivo alla fine della fantasia”
Resto immobile. Trovo la frase bellissima (“...vivo alla fine della fantasia”). Lo guardo imbambolato.
Lui ne approfitta e mi sferra un cazzotto da paura sul naso.
Mi accascio.
Vince.
Ma aveva vinto già.

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