A casa da solo con Fede, devo precipitarmi in bagno (maledetto virus gastrointestinale) e tenere al contempo di là la creatura al sicuro e occupata.
Lo piazzo davanti al frigo dove ci stanno le letterine magnetiche e gli dico accelerato come nei secondi finali della pubblicità delle medecine: "PapiOraSiNascondeTuScriviUnaCosaPapiTorna".
Le letterine sono tutte sparse, alcune irraggiungibili, volutamente irraggiungibili: ci dovrebbe mettere un po' a tirare insieme una parola, foss'anche solo 'bau'.
Corro, espleto e mi riprecipito.
E trovo qualcosa a metà tra dislessia e arte, che poi il poeta ebbe a definir "la dislessia dell'anima".
Tutto torna.
Anche il virus.
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A vent'anni scendevo in strada per cambiare il mondo. A quaranta mi abbasso a raccogliere il pongo.
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