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lunedì 12 febbraio 2018

Tinello bordello

Ultimamente mi vengono i durelli mentre lavo i coltelli.
Niente sadomaso, nessuna posata fallica (anche se lo svuota-kiwi...) o perversione erotica (tipo io che urlo "È arrivato l'arrotino!" e lei che si prostra "Affilami tutta!").
Ultimamente mi vengono i durelli mentre lavo i coltelli causa tinelli.
Il tinello della cucina si trova vicino alla finestra che dà sulle case in costruzione dietro le quali si intravede un parcheggio dove a una certa ora, tarda ora, si ferma puntuale una macchina coi fari accesi (devono essere i preliminari).
Spenti i fari comincia il dondolio in crescendo dell'abitacolo illuminato a intermittenza dalle luci rosse di segnalazione della gru che dall'alto troneggia.
Bene o male alla stessa ora, tarda ora, io mi metto a lavare le stoviglie.
L'ho sempre fatto, da qualche giorno a maggior ragione.
Il fatto di tenermi impegnato in una qualche attività mi fa sentire meno guardone, ma in fondo è quello che faccio: mi sporgo, controllo, mi eccito, rinculo, mi sporgo, controllo, mi eccito, rinculo...
Un moto sussultorio durante il quale le mani mulinano senza neanche guardare bicchieri e posate.
Qualche taglietto in cambio di un po' di testosterone.
Praticamente vado a ritmo fino alla montata di sapone liquido.
Allora torno con gli occhi sul tinello e si interrompe anche il dondolio della macchina.
Silenzio fuori (devono essere le coccole) e sciacquio in casa.
Sento il motore dell'auto che si accende proprio mentre termina lo sgocciolio del rubinetto.
Mi viene voglia di fumare una sigaretta.
In quel momento passa Irene che domanda: "Fatto?"
"È stato bellissimo" le dico e strizzo l'occhio allo svuota-kiwi imperlato di gocce.

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