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domenica 4 marzo 2018

In finito

Oggi pomeriggio capatina in università a Milano.
Un po’ per nostalgia un po’ per tenermi aggiornato.
Parecchio che non ci andavo.
Credevo, causa età, barba e borsa seriosa, che qualche studente potesse scambiarmi per un docente universitario (quantomeno un assistente): mi vedevo già pontificare ad minchiam con aura professorale.
“Scusa, hai del fumo?” è stata invece la prima frase che mi hanno rivolto (neanche il Lei: “Perdoni, tiene della resina psicotropa?”... Ah, dove andremo a finire...)
E poi all’improvviso: le bacheche infarcite di slogan e iniziative dei movimenti politici studenteschi di ogni colore e tendenza.
E il sorriso per il candore di quelle ingenue perorazioni (tranne quelle fasciste: quelle mi facevano cagare già allora).
E i marxisti-leninisti a fermarmi per convincermi della rivoluzione imminente e io che replico: “Sei lo stesso che me lo prometteva vent’anni fa”.
E la burocrazia, i corridoi stretti e sudati, le attese, la latitanza di chi ha confermato l’appuntamento per quel giorno in quel luogo a quell’ora ma un post-it di sghimbescio sulla porta attaccato all’ultimo minuto recita “Oggi niente ricevimento”.
E la fila, mai vista così tanta fila.
Non mi ricordo file del genere a fine anni ’90 (anche perché all’epoca stavo dietro più a Lenin che ai leggings... maledetti marxisti-leninisti!).
E in lontananza la sagoma di colei che un tempo mi aveva smosso il sentimento e il timore di dichiararmi e le tante occasioni perse e l'aver imboccato a un certo punto strade diverse e non essersi visti più.
Miraggio? Realtà? Fato? Fantasmi che ritornano? Opportunità che si ripresentano?
Il passato è passato.
E mi sovvien Piperno (docente di Storia Contemporanea), e le morte lezioni, e la presente e viva, e il suon di Lei.

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