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mercoledì 4 luglio 2012

McKorea: corsi e ricorsi storici


Clamorosa apertura nei confronti di alcuni simboli del vituperato capitalismo occidentale da parte di uno dei regimi comunisti più sanguinari sopravvissuti al crollo delle ideologie del Novecento.
Kim Jong-un, attuale dittatore della Corea del Nord, figlio del defunto Caro Leader Kim Jong-il nonché nipote del Padre della Patria e Presidente Eterno Kim Il-sung, ha infatti concesso che tra le strade affamate e nelle piazze emaciate di Pyongyang facciano capolino le insegne colorate e gli inconfondibili miasmi dei fast food all’americana.
La sorprendente svolta, preludio di chissà quali altri mutamenti radicali all’interno di un totalitarismo ritenuto fino a ieri inossidabile, nascerebbe dal contatto diretto col mondo liberista da parte di un giovane Kim Jong-un ai tempi del collegio in Svizzera.
Da tale esperienza all’insegna di pizza, patatine e hamburger deriverebbe infatti l’intuizione con cui l’altro giorno l’illuminato despota ha messo a tacere le coraggiose parole di un umile funzionario che a lui si era rivolto balbettando l’inaudito: «Il popolo ha fame e manca il pane».
L’imberbe autocrate, anziché andare su tutte le furie come avrebbero fatto i suoi predecessori e condannare all’immediata esecuzione pubblica l’incauto interlocutore, ha placidamente finito di sgranocchiare l’otre di coscette di pollo fritte direttamente importate dal Kentucky, espresso la sua soddisfazione culinaria con un rutto al retrogusto di Coca-Cola e quindi risposto col candore di una Maria Antonietta d’altri tempi: «Il popolo ha fame? Dategli un Happy Meal». 

http://www.corriere.it/esteri/12_luglio_03/pechino-pizza-fast-food-kim-jong_a2ec3236-c537-11e1-a141-5df29481da70.shtml

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