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mercoledì 24 giugno 2015

Gli eroi son tutti giovani e bulli

In una giornata che, al pari di quelle che l'hanno preceduta, si preannuncia scandita da momenti ripetitivi e compromessi indigesti, è importante porre subito in essere quel piccolo gesto sovversivo che faccia sentire ancora giovani e vivi. 
Un atto puerile sufficiente però a sentirsi non ancora omologati agli automatismi dell'età adulta.
Il mio piccolo gesto sovversivo ha per scenario ogni mattina una rotonda che dalle viuzze interne del paese immette nello stradone direzione Treviglio.
Di per sé, per come è stata progettata, la via che sfocia nella rotonda impedisce di svoltare a sinistra verso lo stradone. Anche se solo per pochi centimetri d'asfalto, la via impone di girare a destra per una cinquantina di metri, quindi di circumnavigare un minuscolo rondò e di tornare poi indietro per quella stessa cinquantina di metri che infine confluisce sulla carreggiata per Treviglio.
Praticamente 100 scomodi metri e una trentina di preziosi secondi in più rispetto a ciò che il ribellismo scalpitante suggerirebbe in barba al conformismo imposto dalle leggi.
Ed è allora che si risveglia l'anarco-insurrezionalista che c'è in me: una rapida occhiata allo specchietto retrovisore e a quelli laterali, il segnalatore della freccia beatamente ignorato perché "la rivoluzione non è un pranzo di gala" e accelerata-rombata-sgommata a sinistra stile Fast&Furious con ghigno da stronzetto "Non mi avrete mai".
Non basta il tempo del viaggio a smaltire una botta d'euforia che si diluirà ora dopo ora nella melassa della monotonia quotidiana.
Ieri, per poco, non andavo in overdose da adrenalina: arrivato a Treviglio, ho parcheggiato appena appena fuori le righe.
Yeaaaaaaaaaaaaaaaah!

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