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martedì 30 giugno 2015

Grand jetè

Se dovete prendere delle piastrelle, sceglietele chiare e non chiazzate come quelle della mia anticamera.
Le macchie scure sul pavimento, belle e caleidoscopiche alla luce del sole, potrebbero assumere i contorni delle peggiori creature partorite da una mente traumatizzata nella penombra delle 4 del mattino. 
Come ogni uomo declinante verso i 40, nel cuore delle tenebre mi alzo e vado in bagno. Soprattutto d’estate.
Opzione “interruttore luce” scartata per non svegliare la coinquilina (il precedente vi fa preferire alla reazione di lei le peggiori creature partorite da una mente traumatizzata).
È a quel punto che scatta il terrore: si tratta di nerastre sfumature marmoree o sono obbrobriosi bagarozzi quelli acquattati sulle mattonelle?
Che poi non è tanto schifìo dei bagarozzi in quanto tali.
Ciò che mi terrorizza è il crack del carapace sotto la nuda pianta del piede.
Il trauma risale a quella volta che in colonia mi fiondai per primo in doccia e atterrai su una distesa brulicante di scarafaggi friabili e croccanti.
Da allora, se il bisogno fisiologico lo impone, mi alzo, vado in bagno e mi muovo sulle fredde piastrelle come Roberto Bolle sulle assi della Scala.
Da ragazzo ha un non so che di stoico-scenografico, da adulto di impacciato-fantozzico.
In punta di piedi, pur di evitare l’indecifrabile sotto di me, saltello, volteggio e infine plano con un grand jetè sulla tazza del cesso.
Applauso di zampette, sciacquone, sipario.

2 commenti:

  1. :D rido, "scarafaggi friabili e croccanti" oddio ora muoio!!
    ora rido di cuoe, ma per un mini secondo mi sono ricordata del continuo scrocchiare sotto le scarpe e sono trasalita e ho immaginato come potrebbe essere a piedi nudi... Non credo che esitano coinquilini peggiori dei bagarozzi!

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  2. ahahahaaahhhah! Sei fortissimo!!!!!

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